venerdì, novembre 14, 2008

Nightreading deserves a quiet night

Ieri notte, guarda caso, mi è capitato di non riuscire a dormire. Per una volta ho deciso di impiegare in modo proficuo il "tempo extra che mi veniva concesso" e sfoltire la pila di libri che affolla il mio comodino. Non so mai bene cosa pensare dei casi letterari... non mi ritrovo nè nella massa che li legge "perchè lo fanno tutti", nè nella schiera (non necessariamente meno numerosa) che li rifiuta categoricamente proprio perchè sono "di moda", perchè penso sempre che scartandoli a priori magari potrei perdermi qualcosa di davvero valido - checchè se ne pensi, la "cultura nazional-popolare", come si discuteva di recente, non è affatto incapace di sfornare prodotti degni di nota. Certo, di critera per la scelta dei libri da leggere (così come dei film da vedere e della musica da ascoltare) ne ho anche molti altri: un consiglio di una persona cara o di qualcuno coi gusti simili ai miei, una recensione scovata per caso, ancor più spesso un'attrazione spontanea mentre passeggio in libreria. Fatto sta che mi è capitato più di una volta di dare un'occhiata al libro del momento, con risultati alterni come per ogni genere di cosa: Il Codice Da Vinci ad esempio mi è piaciuto, al di là degli espedienti "commerciali"; "Twilight" invece mi ha convinta il giusto, anche se penso che alla fine vedrò ugualmente il film (in memoria di Cedric Diggory!). Nel caso de "La Solitudine dei Numeri Primi" il giudizio è abbastanza positivo: decisamente un page-turner, tanto che me lo sono divorato tutto in una notte, non il libro dell'anno, neppure un capolavoro linguistico (non sempre la grammatica "parlata" ottiene l'effetto voluto), ma pur sempre un discreto romanzo che mi ha colpita, con una protagonista mia omonima e un Leitmotif che, per quanto cupo, riassume bene alcune situazioni che ho toccato con mano: la distanza, l'inquietudine, un dottorato lontano... Non credo che comprerò mai questo libro, nonostante il titolo evocativo (i cosiddetti "numeri primi gemelli", separati da un unico numero pari, sono destinati a non incontrarsi mai pur essendo così vicini) e la bella copertina, ma prima di rendere la copia che ho letto alla lista d'attesa della biblioteca volevo copiarne un paio di frasi:

"In quel luogo sconosciuto e distante c'era il suo futuro da matematico, c'era una promessa di salvezza, uno spazio incontaminato, dove nulla era stato ancora compromesso. Qui, invece, c'era Alice, semplicemente lei, e una palude tutto intorno."

"Devi solo decidere, penso. Vai o non vai. 1 o 0, come un codice binario. Ma più provava a semplificare, più gli sembrava di ingarbugliarsi. Si sentiva un insetto in una ragnatela appiccicosa, che divincolandosi non fa che rimanerci più avviluppato."

"-Mi hanno offerto un posto all'estero - lo interruppe Mattia. -All'università. Una importante.
[...]
-Però i numeri ci sono dappertutto - disse Denis. -Sono sempre gli stessi, no?
-Sì.
-Alice invece è solo qua.
-Sì.
-Allora hai già deciso."

"Alice era seduta al tavolo della cucina. Sorseggiava del tè, pensierosa."

"-Basterebbe avere il coraggio di tornare - concluse Nadia.


Allie

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