giovedì, novembre 29, 2007

One Day at a Time

Nel dubbio, tanto vale vivere giorno per giorno. Fuck the master plan. Enjoy the ride.

Today's pinnacle: decisamente la Euterpe poetry night, con letture e canzoni dei poeti in erba della graduate school. Un po' troppi ispanofoni, forse, ma nel complesso un bel clima. Sono stata quasi tentata di leggere qualcosa di mio... la prossima volta, forse. Forse.

Today's thought, courtesy of an amazing Canadian author:

"I am a word
in a foreign language."

- Margaret Atwood, "Disembarking at Quebec"




Allie

mercoledì, novembre 28, 2007

"Ora è tempo di gióia..."


Niente di meglio, per allietare il rientro in terra americana, che un paio di Jo-yful hours letteralmente volate fra aggiornamenti, chiacchiere, strawberry pancakes da Amy's Place, un giro fra le curiosità di Wickenden e un mini-tour in macchina downtown!
La Jo è sempre unica... e in questa occasione aggiungerei anche particolarmente radiosa, viste le circostanze (per altro convalidate dalla sottoscritta con seal of approval a caratteri cubitali!). Grazie per questi bei momenti di svago fra Forese Donati e Faccetta nera e grazie per il meraviglioso mug di Oz... chissà, forse è un segno che il West (a ovest dell'Europa, intendo!) è davvero wicked, e che in fondo dovrei arrendermi alla Glinda che c'è in me!


Allie

martedì, novembre 27, 2007

"Been around the world...

... there's no place like home."

- East 17, "Around the World"


E mentre le Thatters di un tempo inorridiscono nel vedermi citare gli acerrimi nemici (e il resto del mondo musicofilo inorridisce nel vedermi scadere nel Brit pop di bassa lega!), canticchio questo ritornello decisamente cliché, ma pur sempre vero. Casa dolce casa, già. Dieci giorni nel vecchio mondo, dieci giorni intensi di riflessioni, giri, commissioni, pensieri, parole e chi più ne ha più ne metta, ma dieci giorni di cui avevo davvero bisogno. Non solo per un po' di cibo vero, dopo tre mesi di plastica; non solo per i 6,5 kg di libri e i 2,5 kg di fotocopie (già, perchè era il vero obiettivo della mia sortita, vero Piccia? :-p) che hanno riempito la mia valigia e il mio mitico zaino 7even (Mauri, resta sempre il migliore!); non solo per la visita medica che (forse) chiuderà l'odissea dell'incidente di aprile. Avevo bisogno di casa, di famiglia, di piccole e grandi abitudini; del cinelunedì, del mio F10, delle paste alle quattro di notte al Mi Furnèr, di Beppe Maniglia in gilet (anzi, gilè) di pelle e basta nonostante il gran polo, di Ciak nella mia buchetta e di Gianni Morandi live alla radio (sic!). Ma soprattutto della gente, la mia gente che stavolta mi è mancata e mi manca più che mai. Non che la lontananza cancelli tutti le perplessità e le delusioni, nè che io sia riuscita a vedere tutti quelli che volevo vedere (mi scuso con chi non ha neanche saputo del mio breve rientro e soprattutto con quelli che non sono riuscita a vedere nonostante lo sapessero - ma prometto di rimediare a breve!). Insomma, va bene che sono un'inguaribile idealista, ma so bene che certe cose non si risolveranno mai perchè è il corso naturale della vita a farle cambiare, così come non mi aspetto, per chi ancora lo pensasse, di avere tutti a mia disposizione quando torno. E' un modo di ragionare tipico di chi viaggia ma non vuol perdere le persone care che si trovano altrove: quando rientro in genere mando avvisi plateali perchè so di avere relativamente poco tempo e spero di riuscire a rivedere il maggior numero possibile di persone care, ma so bene che ciascuno ha la sua vita e non pretendo certo che la si cambi per me, nè mi sono mai aspettata davvero di rivedere in aeroporto l'entourage che mi ha salutata alla partenza per Philly. Anyway, dicevo, le mie aspettative quando torno in patria sono molto più realistiche verging on pessimistiche di quanto si possa credere; però quando mi si manifesta qualche segnale positivo si può star certi che da parte mia ci sarà tutto lo spazio possibile perchè questo qualcosa si realizzi. Un chiarimento (specialmente quelli che si prolungano fino alle sei del mattino), un'amicizia che si rivela davvero importante quanto credevo nonostante la sua relativa novità e la distanza, un gesto d'affetto inatteso, un ritrovarsi perfettamente in sintonia con chi sta vivendo la mia stessa situazione: per me anche uno solo di questi momenti controbilancia tutti quelli negativi che si ripresentano e si ripresenteranno inevitabilmente. Per non parlare poi dei lunghi discorsi con tutti quelli che mi hanno ascoltata e consigliata sul futuro: grazie davvero, grazie di cuore a chiunque abbia trovato il tempo di seguire gli intrecci contorti della mia mente e mi abbia offerto critiche, suggerimenti e prospettive nuove. Chiaramente non sono ancora arrivata ad alcuna conclusione, comincio a pensare che anche la mia mente sia "a journey, not a destination", ma mi è stato davvero utile sviscerare i vari problemi e cercare di venirne a capo. Ma soprattutto grazie anche per i bei momenti dello starebeneinsieme, quelli in cui mi sono sentita "warm and fuzzy", come direbbero gli yankees, e in cui non avrei desiderato essere in nessun altro posto. Il che, per una che vive sempre in almeno due luoghi contemporaneamente, è un notevole risultato.

Allie