venerdì, dicembre 14, 2007

La Tempesta del Secolo!

Ok, ok, sto esagerando... e forse è un bene, non vorrei ritrovarmi André Linoge sotto casa che mi fischietta "Sono una teierina bassa e tonda..." :-p
Però è tutto il giorno che nevica, ora sta smettendo ma ci saranno circa venti centimetri di coltre bianca là fuori... ed è uno spettacolo incredibile! Mi sono avventurata fuori, era tutto immobile e silenzioso, gli spazzaneve non erano ancora passati... ma era così bello che non mi è pesato scarpinare fino ad American Civilization, anche se ho rischiato di lasciarci la caviglia un paio di volte. Poi è stato buffo constatare come tutti si siano subito mobilitati per attrezzarsi contro la tempesta... sono arrivate e-mail preventive, i servizi di shuttle sono stati sospesi, alcuni negozi (fra cui il mio Tealuxe!) hanno chiuso per neve, il party di AmCiv è stato annullato... insomma, proprio grandi manovre all'americana! Mi son sentita molto temeraria ad affrontare la bufera! :-) Ma ne è valsa la pena... in questi giorni ho collezionato extensions per i papers e soprattutto una quantità di supporto inimmaginabile in qualsiasi altro posto... come saprete in molti ho preso una decisione importante e avevo paura di comunicarla in dipartimento, visto che qui i graduate students sono visti a tutti gli effetti come un investimento... e invece sono stati tutti carinissimi, studenti e professori (quasi quasi mi ci facevano ripensare!), e io sono davvero sollevata... non sarà facile, ma secondo me è quello di cui avevo bisogno, e aver finalmente made up my mind mi permette anche di cominciare a "wrap up" questo semestre nel modo migliore. Ieri ultimissima lezione (in realtà una peer review session) con Lorenzo, seguita da cena thai e serata a casa sua (che poi era casa di Benedetta e da domani lo sarà di nuovo!)... tutto molto carino, ora che the secret is out riesco anche a godermi gli ultimi giorni qui con gli altri - che per altro sono stati davvero deliziosi e che ringrazio di cuore per il supporto (e per il burrocacao e la letterina che mi ha fatta sciogliere...).
Insomma, decisamente un'impennata emotiva... e poco importa se stanotte mi aspetta un all-nighter per finire (ehm, finire è un eufemismo) il progetto di traduzione, sto davvero cominciando a risalire la china... Ora non manca che un salto a vedere l'albero del Rockefeller, chissà se riuscirò...

Allie

PS: Today's chicken soup for the soul (worth posting for my own sake): "Well, if you say this was your half-speed, it'd be interesting to see what full speed is!" - Prof. Smulyan

lunedì, dicembre 10, 2007

...decemberunderground...



Post fra il meditabondo e lo sdegnato, oggi. E' notte fonda (big news!) e sono alle prese con Marco Gervasoni e Le armi di Orfeo, che mi forniscono un paio di elementi per il cappello introduttivo del paper sui canti fascisti. In una pausa di deriva telematica leggo storie qua e là, storie di gente che non ho conosciuto e mai conoscerò, di gente che non saprà mai di aver fornito nuovi spunti alle mie riflessioni con i propri scritti. Oddio, mica tanto nuovi, in realtà: non è che la naturale conclusione della parabola del disgusto per i microcosmi asfissianti deleteri per i rapporti interpersonali. Che senso ha intestardirsi su cavilli e minuzie, facendone l'oggetto di interminabili querelles che non portano in alcun dove se non verso l'atrofizzazione dei rapporti umani? Gimme a fuckin' break. La vita è breve, troppo fottutamente breve per non passarla con le persone con cui sta davvero bene.

"My heart is in my hands
my head is in the clouds
my feet have left the ground
my life is turning around and round
and every voice inside my head
is tellin' me to run like mad..."

Jann Arden, "Run Like Mad"

Allie

sabato, dicembre 08, 2007

Rebora? A Rebours!

Da qualche parte bisognava pure iniziare a tentar di chiudere almeno questo semestre, ora che grazie al cielo ho finito le lezioni e posso concentrarmi sui lavori finali... e visto che continuavo ad oscillare da una materia all'altra, ho pensato bene di cominciare da qualcosa che mi piace davvero, ed eccomi qui a tentare di tradurre poesie... peccato che mi tocchi lavorare VERSO l'inglese! Impresa non da poco, soprattutto perchè continuo a gravitare intorno a componimenti che per un motivo o per l'altro risultano quasi intraducibili, vuoi perchè la componente fonetica è troppo importante per sacrificarla sull'altare semantico, vuoi perchè la sintassi irregolare si scontra con quella lingua così rigidamente SVO che è l'inglese, vuoi perchè mi sono rituffata nel mondo ungarettiano, e quando un verso consta di una o due parole le scelti lessicali si fanno davvero ardue. A ogni modo ne sto approfittando per esplorare anche autori che non conoscevo; nello specifico sono capitata fra alcuni versi di Rebora decisamente adatti alla dimensione notturna:

Leggiadro vien nell’onda della sera

Un solitario pàlpito di stella:

A poco a po
co una nube leggera
Le chiude sorridendo la pupilla;


E mentre passa con veli e con piume,

Nel grande azzurro tremule faville

Nascono a sciami, nascono a ghirlande,

Son nate in cento, sono nate in mille:


Ma più io n
on ti vedo, stella mia.


In effetti ultimamente la mia stella polare si è un po' offuscata... chissà, forse è proprio ora di allontanarsi dallo scintillio notturno dei cieli americani per ritrovare la rotta. Ma ci sto lavorando, e a breve il mio sestante sarà di nuovo in funzione...

Elaine Marley

mercoledì, dicembre 05, 2007

Oompa Loompa

La fine del semestre si avvicina a passi da gigante... urge una nuova policy: chiudersi in dipartimento finchè si resiste, per concentrarsi meglio lontano dalle distrazioni casalinghe. Alleati per la sopravvivenza: un righello rosa brand new, evidenziatori comprati appositamente e un Blueberry B Monster, un delizioso frullato di mirtilli che dovrebbe garantirmi un apporto vitaminico tale da battere anche il mio fidato Supradyn. Ma sarà un bene ingurgitare qualcosa che con appena mezza bottiglietta mi fornisce il 360% della dose consigliata di vitamine B6 e B12, tiamina e riboflavina? Boh. Buono è buono, e al massimo diventerò un mirtillo gigante come Violetta Beauregarde. Lisa, pour toi:



Allie

lunedì, dicembre 03, 2007

Walking in a Winter Wonderland

" When it snows, ain't it thrilling,
Though your nose gets a chilling
We'll frolic and play, the Eskimo way,
Walking in a winter wonderland."

- Winter Wonderland



La neige, la neige! Ovvero: come rendermi istantaneamente felice. Non posso farci nulla, è sempre stato così... la fanciullina pascoliana che è dentro di me (e anche fuori: col mio berrettino glitteroso perdo altri 5 anni apparenti!) gioisce appena vede scendere il primo fiocco. Anche prima, in realtà: cielo latteo, aria frizzante... e, una volta tanto, perfetta sincronia col Christmas mood che già impera per le strade (e soprattutto nei negozi: da CVS candy canes e renne di cioccolato trionfano già dal primo novembre...). E di negozi oggi ho fatto veramente il pieno... bisognava staccare e sfruttare uno degli ultimi momenti pre-paper-madness per far scorta di vestiti invernali e pensierini natalizi, e così, grazie a Lorenzo che ci ha gentilmente accompagnate con la sua Volvo acquistata per 500 dollari (amichevolmente detta "lo scassone", in realtà relativamente efficiente), oggi io ed Elena abbiamo dedicato la prima parte della giornata (ebbene sì, mi sono alzata quasi presto di domenica!!) a una maratona shopping al Wrentham Village Premium Outlet. Non è il mio adorato Franklin Mills, ma resta un degno surrogato... e dopo qualche ora di intensa attività motoria (scarpinare e trascinare borse e borsette è meglio della palestra!) al ritmo di Frosty the Snowman e perfino Evenu Shalom Alejem cantata dal vivo da un rabbino e soci, appena dopo aver comprato una giacca invernale... ecco i primi candidi fiocchi. Non tanti da attaccare, e adesso siamo già passati a quello che The Weather Channel definisce "wintry mix" (ormai anche i siti meteorologici assoldano copywriters in questo pazzo paese!)... ma tant'è. Un lievissimo strato bianco mi è bastato, ed è stato bellissimo anche camminare verso il dipartimento in un silenzio totale. Già, ecco un altro privilegio dei dottorandi: una copia delle chiavi del dipartimento, per potercisi rifugiare quando ci pare. Uno dice: "Beh, certo, come se avessi intenzione di passarci la domenica!"... e invece poi succede davvero! Alla fin fine è un posto accogliente: dispenser d'acqua, biscotti leftover dall'ultima serata Antonioni (skippata dalla sottoscritta causa pressione sotto zero!), bollitore per fare il tè... ma soprattutto due megaschermi su cui guardare, in questo specifico caso, l'Inferno dantesco nella versione di Peter Greenaway. Ringrazio pubblicamente Antonella che si è sorbita con me questo "exercise in psychedelia" (parole sue) fino al "caleidoscopio di merda" della palude stigia (sempre parole sue) - non sarà un capolavoro, ma ora posso cominciare a scrivere... e sarebbe il caso, il tempo stringe e io continuo a perdermi nelle mie riflessioni... bando alle ciance, dunque: "non è più tempo di gir si sospeso" (Purg., XII, 78).

Allie

sabato, dicembre 01, 2007

(6)8½

" I wanna heal, I wanna feel what I thought was never real
I wanna let go of the pain I’ve held so long
(Erase all the pain till it’s gone)
I wanna heal, I wanna feel like I’m close to something real
I wanna find something I’ve wanted all along
Somewhere I belong..."

-Linkin' Park, Somewhere I Belong


This is where I (would) belong:


Sessantotto e mezzo Brown Street. Quasi meglio del binario 9 3/4. Gravitare qui intorno mi fa decisamente bene, fosse anche solo per far due chiacchiere con l'enciclopedia letteraria vivente che è Keith Waldrop, il professore di traduzione. Chissà, forse se fossi riuscita ad entrare a Literary Arts sarebbe stato tutto diverso. Ma un 2% di acceptance rate è decisamente proibitivo per una non-madrelingua, e poi la storia non si fa coi se e coi ma e via dicendo. Pazienza, se sceglierò la via americana vedrò di infiltrarmi a qualche poetry workshop.
Nel frattempo, tanto per staccare un po' dopo una lunga giornata di studio, potrei mettermi a fare i biscotti. E sorridere delle perle di saggezza così quintessentially American che mi regala Betty Crocker (la Bertolini d'oltreoceano):

"For great homemade cookies, the Betty Crocker Kitchens recommend using real butter."

Food for thought, gente. Literally.

Allie

giovedì, novembre 29, 2007

One Day at a Time

Nel dubbio, tanto vale vivere giorno per giorno. Fuck the master plan. Enjoy the ride.

Today's pinnacle: decisamente la Euterpe poetry night, con letture e canzoni dei poeti in erba della graduate school. Un po' troppi ispanofoni, forse, ma nel complesso un bel clima. Sono stata quasi tentata di leggere qualcosa di mio... la prossima volta, forse. Forse.

Today's thought, courtesy of an amazing Canadian author:

"I am a word
in a foreign language."

- Margaret Atwood, "Disembarking at Quebec"




Allie

mercoledì, novembre 28, 2007

"Ora è tempo di gióia..."


Niente di meglio, per allietare il rientro in terra americana, che un paio di Jo-yful hours letteralmente volate fra aggiornamenti, chiacchiere, strawberry pancakes da Amy's Place, un giro fra le curiosità di Wickenden e un mini-tour in macchina downtown!
La Jo è sempre unica... e in questa occasione aggiungerei anche particolarmente radiosa, viste le circostanze (per altro convalidate dalla sottoscritta con seal of approval a caratteri cubitali!). Grazie per questi bei momenti di svago fra Forese Donati e Faccetta nera e grazie per il meraviglioso mug di Oz... chissà, forse è un segno che il West (a ovest dell'Europa, intendo!) è davvero wicked, e che in fondo dovrei arrendermi alla Glinda che c'è in me!


Allie

martedì, novembre 27, 2007

"Been around the world...

... there's no place like home."

- East 17, "Around the World"


E mentre le Thatters di un tempo inorridiscono nel vedermi citare gli acerrimi nemici (e il resto del mondo musicofilo inorridisce nel vedermi scadere nel Brit pop di bassa lega!), canticchio questo ritornello decisamente cliché, ma pur sempre vero. Casa dolce casa, già. Dieci giorni nel vecchio mondo, dieci giorni intensi di riflessioni, giri, commissioni, pensieri, parole e chi più ne ha più ne metta, ma dieci giorni di cui avevo davvero bisogno. Non solo per un po' di cibo vero, dopo tre mesi di plastica; non solo per i 6,5 kg di libri e i 2,5 kg di fotocopie (già, perchè era il vero obiettivo della mia sortita, vero Piccia? :-p) che hanno riempito la mia valigia e il mio mitico zaino 7even (Mauri, resta sempre il migliore!); non solo per la visita medica che (forse) chiuderà l'odissea dell'incidente di aprile. Avevo bisogno di casa, di famiglia, di piccole e grandi abitudini; del cinelunedì, del mio F10, delle paste alle quattro di notte al Mi Furnèr, di Beppe Maniglia in gilet (anzi, gilè) di pelle e basta nonostante il gran polo, di Ciak nella mia buchetta e di Gianni Morandi live alla radio (sic!). Ma soprattutto della gente, la mia gente che stavolta mi è mancata e mi manca più che mai. Non che la lontananza cancelli tutti le perplessità e le delusioni, nè che io sia riuscita a vedere tutti quelli che volevo vedere (mi scuso con chi non ha neanche saputo del mio breve rientro e soprattutto con quelli che non sono riuscita a vedere nonostante lo sapessero - ma prometto di rimediare a breve!). Insomma, va bene che sono un'inguaribile idealista, ma so bene che certe cose non si risolveranno mai perchè è il corso naturale della vita a farle cambiare, così come non mi aspetto, per chi ancora lo pensasse, di avere tutti a mia disposizione quando torno. E' un modo di ragionare tipico di chi viaggia ma non vuol perdere le persone care che si trovano altrove: quando rientro in genere mando avvisi plateali perchè so di avere relativamente poco tempo e spero di riuscire a rivedere il maggior numero possibile di persone care, ma so bene che ciascuno ha la sua vita e non pretendo certo che la si cambi per me, nè mi sono mai aspettata davvero di rivedere in aeroporto l'entourage che mi ha salutata alla partenza per Philly. Anyway, dicevo, le mie aspettative quando torno in patria sono molto più realistiche verging on pessimistiche di quanto si possa credere; però quando mi si manifesta qualche segnale positivo si può star certi che da parte mia ci sarà tutto lo spazio possibile perchè questo qualcosa si realizzi. Un chiarimento (specialmente quelli che si prolungano fino alle sei del mattino), un'amicizia che si rivela davvero importante quanto credevo nonostante la sua relativa novità e la distanza, un gesto d'affetto inatteso, un ritrovarsi perfettamente in sintonia con chi sta vivendo la mia stessa situazione: per me anche uno solo di questi momenti controbilancia tutti quelli negativi che si ripresentano e si ripresenteranno inevitabilmente. Per non parlare poi dei lunghi discorsi con tutti quelli che mi hanno ascoltata e consigliata sul futuro: grazie davvero, grazie di cuore a chiunque abbia trovato il tempo di seguire gli intrecci contorti della mia mente e mi abbia offerto critiche, suggerimenti e prospettive nuove. Chiaramente non sono ancora arrivata ad alcuna conclusione, comincio a pensare che anche la mia mente sia "a journey, not a destination", ma mi è stato davvero utile sviscerare i vari problemi e cercare di venirne a capo. Ma soprattutto grazie anche per i bei momenti dello starebeneinsieme, quelli in cui mi sono sentita "warm and fuzzy", come direbbero gli yankees, e in cui non avrei desiderato essere in nessun altro posto. Il che, per una che vive sempre in almeno due luoghi contemporaneamente, è un notevole risultato.

Allie

mercoledì, ottobre 31, 2007

Happy Hallowe'en!

"This day anything goes."

A.F.I., "Halloween"

Come sapete adoro questo giorno... ma purtroppo qui il primo novembre non è festa, anzi, nel mio caso è il giorno più pieno della settimana, quindi i festeggiamenti si limitano al weekend precedente. Stasera proverò ad andare al concerto di mezzanotte, per il resto mi dedicherò al fascismo e al consumismo, tanto per occuparmi comunque di qualcosa di demoniaco! Sigh, non ci sono nè tempo nè adepti per una horror movie night... mi toccherà recuperare appena tornerò nel mio mondo! Per fortuna sabato pomeriggio sono riuscita ad approfittare della giornata uggiosa per vedere al cinema la versione 3D di Nightmare Before Christmas... buon Hallowe'en a tutti!!




Allie

martedì, ottobre 23, 2007

"Don't you just love New [England] in the fall?"

In attesa di aver tempo di aggiornare il blog come si deve, ecco un paio di considerazioni per immagini.

1) L'autunno è decisamente l'aspetto migliore del New England...


2) ... ma gli Stati Uniti sono al di là di ogni possibilità di recupero! (Etichetta incollata sul coperchio di una scatola per riporre i vestiti... o quel che al momento non ci serve!).


Allie

lunedì, ottobre 15, 2007

Lezione di Vita...

... a.k.a. "Non sarebbe ora di smetterla con le seghe mentali?". Scusate la finezza, ma a volte vorrei davvero che i miei pensieri si muovessero solo in modo lineare... e a volte è anche il caso di ricordarmi che sono io a pilotarli!!!
Copio-e-incollo da http://www.nonsolotigullio.com/belinate/index.php?IDpagina=107
Enjoy!

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Supponiamo che un tipo di nome Luigi si senta attratto da una donna di nome Teresa.

Lui le propone di andare assieme al cinema, lei accetta. I due si divertono. Alcune sere dopo lui la invita a cena e di nuovo stanno bene assieme. Continuano a vedersi regolarmente e nel giro di poco tempo nessuno di loro vede più qualcun altro. Una sera, in macchina, rincasando, a Teresa viene in mente una cosa e senza pensarci dice:
- Hai pensato che giusto oggi sono sei mesi che ci vediamo ?
Si fa silenzio in auto. A Teresa quel silenzio sembra pieno di significati.

Pensa: (Mi chiedo se gli avrà dato fastidio che abbia detto questo, forse si sente oppresso dal nostro rapporto; forse crede che io voglia forzarlo a prendersi un impegno che lui non desidera o del quale non é molto sicuro).

Ma Luigi sta pensando: - (Ma guarda, sei mesi...)

E Teresa pensa : (- Ma neanche io sono sicura di volere questo tipo di rapporto. A volte mi piacerebbe avere un po' più di libertà, per aver tempo di pensare a ciò che voglio veramente, per capire la direzione verso la quale ci stiamo muovendo lentamente... voglio dire, verso dove stiamo andando? Continueremo semplicemente a vederci a questo livello di intimità? Ci muoviamo verso il matrimonio? Figli? Una vita assieme? Sono pronta per questo tipo di impegno? Conosco veramente questa persona?)

E Luigi pensa: (- ...Quindi questo significa che era... vediamo... febbraio quando iniziammo a uscire, che era giusto dopo aver lasciato l'auto dal meccanico, cioè... vediamo il contachilometri... merda, devo cambiare l'olio alla macchina.)

E Teresa pensa: (- E' sconvolto. Glielo leggo in faccia. O forse sto interpretando male. Forse vorrebbe di più dal nostro rapporto, più intimità, più impegno; forse lui ha sentito prima di me che ho delle riserve. Sì, scommetto che é questo. Per questo non vuol dire niente dei propri sentimenti. Ha paura di sentirsi rifiutato.)

E Luigi pensa: (- Devo dire loro di guardarmi di nuovo il carburatore. Non mi importa niente di quello che dicono quegli imbecilli, non va ancora bene. E questa volta sarà meglio che non diano la colpa al freddo. Che freddo ? Ci sono 30 gradi fuori e questa cosa cammina come un camion dell'immondizia, io pago quei ladri incompetenti un sacco di soldi.)

E Teresa pensa: (- E' arrabbiato. E io non posso biasimarlo. Anch'io lo sarei. Dio, mi sento così colpevole, facendogli passare questo, ma non posso evitare di sentirmi come mi sento. Semplicemente non mi sento sicura.)

E Luigi pensa: (- Probabilmente mi diranno che ha solo tre mesi di garanzia! Si, è così, é giusto quello che mi diranno quei disgraziati.)

E Teresa pensa: (- Forse sono troppo idealista, aspetto che arrivi il principe azzurro sul suo cavallo bianco quando ho al mio fianco una persona perfettamente comune, normale e buona, una persona con la quale mi piace stare, una persona che davvero é importante per me e alla quale io importo. Una persona che soffre per le mie egocentriche fantasie da adolescente romantica.)

E Luigi pensa: (- Garanzia ? Vogliono una garanzia?
Gliela dò io la garanzia, gliela metto al ...)

- "Luigi !" - dice Teresa a voce alta
- "Cosa ?" - dice Luigi sorpreso
- "Per favore non ti torturare così" dice lei, con gli occhi velati di lacrime,
- "Forse non avrei dovuto dirti... O Dio, mi sento così..."
e si interrompe singhiozzando
- "Cosa c'è?" - dice Luigi
- "Sono così stupida" - singhiozza Teresa -
"Voglio dire, lo so che non esiste quel principe.
Davvero lo so. E' stupido. Non esiste nè cavaliere nè cavallo..."
- "Non c'é il cavallo?" - dice Luigi supìto
- "Pensi che sono stupida, vero?" - dice Teresa
- "Ma no" - dice Luigi, contento finalmente di avere una risposta certa
- "E' solo che... solo che... ho bisogno di un po' di tempo" - dice Teresa

C'è una pausa di 15 secondi durante la quale Luigi, pensando più velocemente che può,
cerca di dare una risposta sensata. Finalmente gliene viene in mente una che può funzionare:
- "certo, ti capisco" - dice lui

Teresa, fortemente emozionata, prende la sua mano:
- "Oh, Luigi, davvero pensi questo ?"
- "Cosa?" - dice Luigi
- "Questo sul tempo" - dice Teresa
- "Ah" - dice Luigi - "sì, sicuramente..."

Teresa si volta per guardarlo e fissa profondamente i suoi occhi, rendendolo alquanto nervoso per quello che lei gli potrà dire, soprattutto se ha a che vedere con un cavallo.
Alla fine lei gli dice: - "Grazie Luigi"
- "Grazie?" - dice Luigi

Lui la accompagna a casa e lei si sdraia nel suo letto. Essendo un'anima che si tortura e si tormenta, piange fino all'alba. Intanto Luigi torna a casa sua, apre un sacchetto di patatine,
accende la tele e si immerge istantaneamente nella replica di una partita di tennis tra due giocatori cechi dei quali non ha mai sentito parlare. Una debole voce in uno degli angoli più reconditi della sua mente gli dice che qualcosa di importante è successo nell'auto, ma è del tutto
sicuro che non c'era modo comunque di capirlo, per cui è meglio non pensarci.

Il giorno seguente Teresa chiamerà una delle sue migliori amiche, o forse un paio di loro, e
parleranno della cosa per sei ore di seguito. In forma dolorosamente dettagliata, analizzeranno
tutto quello che lei ha detto e tutto quello che lui ha detto, ritornando su ogni punto una e più
volte, esamineranno ogni parola e ogni gesto per quanto minimo, considerando ogni possibile ramificazione. Continueranno a discutere il tema varie volte, per settimane, forse per mesi, senza arrivare mai a conclusioni definitive ma senza mai neanche annoiarsi del tema.

Intanto Luigi un giorno, mentre starà guardando una partita di calcio con un amico, distrattamente dirà:
- Luca, sai se Teresa ha mai avuto un cavallo?

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Allie, in un raro momento di lucidità. :-)

domenica, ottobre 14, 2007

A Cup of Tea Solves Everything...

... and so does a movie, by the way.
Chi frequenta facebook avrà forse notato che, oltre ad aver dispensato stelline per circa 700 movie ratings, sono anche iscritta al gruppo che dà il titolo a questo post. Non sarà come "Chapstick Addicts" dei bei tempi di SixDegrees, ma sicuramente è qualcosa che mi definisce e che ha continuato a farlo in tutte le fasi della mia vita. E nei momenti in cui i dubbi abbondano e il futuro è tutto da plasmare, quando capita di sentirsi un po' (molto) persi, fa davvero bene ritornare agli elementi più costanti del proprio modo di essere. Gli amici ovviamente sono sempre nei miei pensieri (nonchè sul mio muro: al redivivo tributo fotografico se ne affiancherà presto un secondo, grazie alla seconda infornata di foto ricevute ieri) e nel mio computer (grazie a tutti quelli che si sono fatti vivi! E' sempre una gioia leggerv
i e ascoltarvi!) e il suddetto laptop funge nuovamente anche da stereo grazie alle casse acquistate da Barbara, in partenza per l'Italia dopo nove anni americani (!); la fase musicale attuale è piuttosto soft (in questo momento mi rilasso sulle note di "Margaritaville"), ma non temete, Joey Cape sa sempre come riemergere! I libri poi naturalmente non mancano, anzi, campeggiano su scrivania, mobili, letto e quant'altro (al momento sono alle prese con Aurora Dawn, ambientatio in un'agenzia pubblicitaria... schoolwork, I swear!)... ma in queste due settimane sono anche riuscita a coltivare un po' le due passioni di cui sopra. Overdose di tè nero alla vaniglia e al gelsomino, nonchè di film... ed ecco che mi sento di nuovo me stessa! :-) Il tè ovviamente non è mai mancato fra i generi di sopravvivenza che tengo nella dispensa (diciamo la solita decina di confezioni diverse!), ma un paio di settimane fa sono finalmente riuscita ad esplorare Tealuxe, un delizioso locale a cui passavo sempre davanti l'anno scorso a Cambridge, senza mai decidermi ad entrare, principalmente perchè è uno di quei posti in cui non si va per un tè veloce, ma per sedersi con calma, con qualcuno o con un buon libro... Una sorta di Starbucks per teinomani, insomma, ma con più personalità e più varietà. Ci sono stata con due ragazzi francesi, Caroline e Nicholas, nel tentativo di riprendere un po' i contatti al di fuori del dipartimento. Il Black Tea Vanilla & Jasmine di cui sopra mi ha conquistata in un batter d'occhio! Poi mi piace il fatto che si possa avere il tè "in a proper way", direbbe Clare, se si ha tempo di star lì (teiera, tazza, piattino...), ma anche "to go" se si ha fretta... lo so che non c'è confronto, ma è bello potersi portare a lezione qualcosa di più esotico del mio (pur adorato) English Breakfast! I commessi poi sono gentilissimi, l'altro giorno uno mi ha regalato una pastina... e cinque minuti prima il gestore di una sorta di emporio indiano mi aveva regalato due braccialettini e un assurdo finger puppet a forma di Maggie Simpson (nonchè dieci minuti di consigli karmici)! La cosa mi ha colpita, non mi capita praticamente mai (a parte i campioncini di Bottega Verde, ma quella è un'altra storia!) e giovedì mi è successo due volte di fila, si vede che stavo "indossando il mio sorriso migliore"! Insomma, una giornata tutto sommato positiva, con esilaranti filmati sulle pubblicità per le campagne elettorali made in USA ("[risata in crescendo] Spiro Agnew for vice-president? It would be so funny if it weren't so serious!"... ma ve l'immaginate una campagna del genere in Italia?) e tre ore di swing & salsa... il ballroom dancing non è il mio sport, però a maggior ragione sono doppiamente contenta quando mi costringo ad andarci, sia perchè fare movimento aiuta davvero tanto a sfogare lo stress, sia perchè come al solito tenderei ad evitare di fare cose che non so fare, e invece quest'anno uno degli obiettivi era mettersi in gioco... senza contare che con un bravo leader anche la più impacciata delle followers migliora nettamente! Ringrazio quindi l'assillante e superpignolo Brandon, geologo del Nebraska! :-)

La nostalgia a dir la verità si è fatta sentire molto quando ho aperto il pacchetto appena giunto da Ponticella, con appunti vari, le foto di cui parlavo prima e una letterina della mamma... ma sono stata brava ad annegare la tristezza nel tè - oltre che nello studio: Alla festa della rivoluzione, saggio storico su Fiume, mi ha regalato perle futuriste come il prototipo dell'Ardito perfetto... ma è grave ridere delle battute fra storici? :-p Speaking of which, Lorenzo se n'è tornato in Italia per due settimane e medita di tornare anche a Thanksgiving, dispensando consigli sui voli che ha trovato... mannaggia a lui! Io continuo a non sapere cosa fare, avrei voglia di stare un po' a casa e in effetti per una volta le biblioteche italiane farebbero comodo (ci vuol pure una scusa professionale!), e i costi sono ancora affrontabili... ma non so, ci penserò ancora qualche giorno! Nel frattempo però sono decisa a far di tutto per godermi la vita e le opportunità di qui, per quanto permesso dalla mole di lavoro. Ieri mi sono lanciata: Kaffeestunde al dipartimento di tedesco, giusto per avere la conferma di quanto ho bisogno di far conversazione... ma non demorderò! La sera uscita impromptu con sette fanciulle... l'esperienza della "mulierada", come diceva Elena, ha certamente dei lati positivi, come la novità ( :-p) e il bonding in stile Piccole Donne (scena che questa settimana si è ripetuta spesso, dopo che la povera Erica è stata operata di appendicite... anzi, ne approfitto per ribadire ancora una volta che l'ammiro tantissimo per la sua forza d'animo!). Certo è che non sono abituata all'eccesso di estrogeni... mi sentivo decisamente alienata, a dispetto di tutti i tentativi di ritrovare me stessa! :-) Comunque mi sono divertita, una bella cena in un locale pan-Asian e poi un drink in un paio di locali con Erika e Lisa (nata a Marostica!!), giusto per avere un assaggio della nightlife di Providence (e sorbirci pick-up lines su Sex & The City e Skittles tenute in mano da chissà quanto da un tizio che mi ha fatto venire in mente Pig Pen). Oggi poi sfruttando la bella giornata sono andata con Rachael e Aliza (due ragazze molto carine di AmCiv che non vedevo da secoli) a vedere la Soapbox Race, un evento mooooolto americano organizzato dalla Red Bull in cui i concorrenti gareggiano su macchinine che si costruiscono da sè con vecchie cassette e che decorano tipo carri allegorici. Poi tappa da Tealuxe (oggi Victorian Rose... notevole!) e studio alla Science Library (foto a destra), un buffo posto diviso in aree da 50, 25 e 0 decibel a seconda di quanto si può parlare! E per rinfrancar lo spirito... un salto al mall (la quintessenza della small town americana: tutti al mall il sabato sera!! Aiutoooo!) per una breve shopping session e un filmino al cinema. Sorvoliamo sul titolo scelto (Good Luck Chuck... troppo slapstick e con troppa volgarità gratuita, mi è scaduta Jessica Alba... ma immagino che possa candidarsi tranquillamente come film abbbbestia dell'anno, quindi chi è interessato vada pure a vederlo speranzoso!)... decisamente non mi riferivo a questo all'inizio del post! A dire il vero non pensavo nemmeno a Provincia Meccanica, visto la settimana scorsa a casa di Erica, Cristina e Stephen e decisamente deludente (e basta coi trentenni e le crisi di coppia!), nè a Memories of a Murder, thriller coreano che può piacere se visto come documentario, ma che per il resto non convince affatto, checchè ne dicano le recensioni intellettualoidi che estetizzano l'esotismo in celluloide. Pensavo piuttosto alla bella serata di giovedì, double feature prima al cinema (all'Avon, su Thayer Street, l'unica via "viva" del campus - ma il cinema pare uscito dagli anni '50!) con The Jane Austen Book Club (un po' cheesy, d'accordo, ma in fin dei conti abbastanza carino... e ovviamente ora ho voglia di riprendere in mano Orgoglio e Pregiudizio!) e poi da Erica e Stephen con Gli ultimi giorni di Sophie Scholl, un film tedesco molto intenso sulla resistenza anti-nazista, con una bravissima attrice protagonista. Non è una visione facile, ma ne vale la pena, anche solo per vedere le cose sotto un'altra prospettiva, pensando a chi aveva davvero il coraggio di cambiare il mondo. E questo forse è uno dei lati più belli della vita nei campus americani, si è talmente pieni di stimoli che ci si sente spronati a fare, esplorare, sperimentare, vivere. Per me vuol dire molto: quando comincio a rendermene conto significa che sto tornando in sella, in qualche modo. Ora resta solo da capire in che direzione galoppa il mio Pegaso.

Allie

mercoledì, ottobre 03, 2007

"Und wenn du lange in einen Abgrund blickst...

...blickt der Abgrund auch in dich hinein."

(Se guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarda in te)

-Friedrich Nietzsche

Non è solo colpa della giornata (e della nottata) in compagnia di Soffici, di Corradini e del Papini nichilista. Non è solo una inside joke per pochissimi eletti (anche se tutto dipende dall'angolazione... :-p ). E' che in fin dei conti la sovrapposizione dell'osservatore e dell'osservato non è così improbabile, che si tratti di un viandante e dell'infinito, di un bambino e di un lupo in uno zoo (non sottovalutate la produzione per ragazzi di Daniel Pennac), di un'idealista confusa e della sua vita. Mi è capitato più volte, a ben vedere: ho fissato l'America tanto a lungo che l'America ha cominciato a fissare me. A fissarmi e a chiamarmi, con risultati alterni, ma riuscendo sempre e comunque ad influenzarmi in qualche modo. Il problema è che, come scrivevo un paio di mesi fa, "cerco un'America che forse non c'è nemmeno più", inseguo un mondo yankee fatto di tanti piccoli particolari che sicuramente hanno plasmato la mia idea degli States, ma che sono ben lungi dal rappresentare la totalità della realtà in cui mi sono rituffata. Una realtà che pure è circoscritta all'ambito accademico e alla East Coast, una realtà in cui posso ancora trovare appigli concreti di ogni genere.... ma che non è soltanto il campus, CVS, Au Bon Pain, le agende Collegiate e lo spirito di Fitzgerald, nonostante il mio subconscio si ostini a crederlo. Prima di Penn avevo una concezione decisamente vaga di questo strano universo, che pure mi attirava da sempre. L'Overseas era sicuramente un progetto che vagheggiavo da tempo, ma mi sono resa conto soltanto ex post che si trattava in realtà di un'idea, un mito personale, influenzato dalla mia beneamata letteratura nordamericana forse più che dal resto dell'immaginario collettivo, ma comunque una concezione assolutamente avulsa dalla concretezza dell'esperienza che ha poi preso corpo. Esperienza che per altro è stata incredibile e irripetibile, come saprà chiunque mi abbia sentito tessere le lodi della mia Philly. Sono stata davvero fortunata, a conti fatti, ma ciò non toglie che il percorso per arrivarci si sia basato contemporaneamente su una grande forza di volontà e sul principio di inerzia. Sembra assurdo, ma è stato proprio così. Ho sempre detto che avrei fatto un anno di università negli States e l'autunno del 2002 pareva essere l'ultima chance per fare domanda; era per altro il momento giusto per partire, anzi, avevo veramente *bisogno* di staccare, per tutta una serie di motivi. Insomma, sembrava l'opportunità perfetta di fare al momento giusto qualcosa che avevo sempre desiderato. Eppure per arrivare a quel 25 agosto 2003, alle sei del mattino al Marconi con i Boys (on tour) e la Chiara a salutarmi in aeroporto, è stato necessario un lungo processo di autoconvincimento che pochi sospettano. Se da fuori tutto poteva sembrare perfetto, dentro di me regnava la paura per il grande salto. Ricordo nettamente la prima notte a Utrecht, nel luglio del 2002, quando ho giurato a me stessa che non avrei mai fatto domanda per l'Overseas per non sentire più il magone che provavo in quel momento. D'accordo che tutte le lacrime di quell'estate avevano una motivazione concreta e giustificabile che aveva poco a che vedere con un anno all'estero, ma per tutto il tempo del soggiorno olandese ho continuato a pensare che l'andarmene così lontano da casa non facesse per me, anche se alla fine dei conti quel mese fuori dal mio mondo mi ha lasciato un sacco di bei ricordi e mi ha regalato due delle persone più importanti della mia vita.
La verità è che tutta la trafila Overseas l'ho portata avanti su due binari diversi: su uno mi muovevo istintivamente, cercando una boccata d'aria fresca e inseguendo quel sogno astratto che ancora porto con me, galvanizzata dagli altri applicants (Jo e Monny in primis! Ma soprattutto il mitico porcello Melville che ci aspetta in qualche ranch del Kansas! :-p); ma sull'altro andavo avanti per un misto di razionalità ("è la cosa giusta per me in questo momento") e inerzia ("intanto faccio domanda, poi vedremo... per ora accetto, mal che vada posso sempre tornare sui miei passi..."). Non so se si vedesse, ma avevo davvero paura del salto, anche nei momenti di maggiore euforia per la grande avventura che stava per iniziare. The rest is history: un anno fantastico, intensissimo e super demanding, ma assolutamente indimenticabile ed ineguagliabile.
Ma un Overseas è una dimensione completamente diversa da quelle che ho vissuto dopo e da quella che sto vivendo ora. E' un periodo lungo, certo, ma in qualche modo ancora entro i limiti della "ritornabilità", della possibilità di reinserirsi nella vita di prima. La ripresa non è stata immediata, ricordo un lungo periodo di apatia e di assestamento, ma nell'anno successivo ho cominciato a costruire un piccolo mondo bolognese che si adattava molto meglio alla mia personalità rispetto a quello precedente. Un mondo dove non tutto era/è perfetto, certo, ma che mi manca sempre più ogni volta che me ne allontano. Parigi e Boston sono state due (lunghe) parentesi, in fondo, strumentalizzate in parte per la costruzione di questa nuova impresa; ma è solo ora che mi ritrovo faccia a faccia con il frutto di tutte le mie scelte e dovrò, a tempo debito, capire dove voglio andare a parare.
Paradossalmente il percorso che mi ha portata fin qui, nonostante sia stato spalmato su tre anni interi (ho iniziato nel 2004 a considerare la carriera accademica), è stato caratterizzato dallo stesso mix di esaltazione ed inerzia che mi ha portata a Philadelphia. Durante il secondo semestre a Penn ho cominciato a sentire un sacco di gente che faceva progetti per grad school e mi si è aperto un mondo che non avevo mai considerato prima; in fondo lo studio e la ricerca sono l'unico ambito in cui ho un minimo di competenza "pratica", ma prima di allora non avevo mai concretamente pensato di farne un percorso di vita. Non mancavano comunque infiniti tentennamenti, tant'è che alla fine, per tutta una serie di motivi, ho deciso di restare ancora un po' nell'ateneo bolognese e posporre l'epopea delle applications. Il progetto restava, anche se dilatato, ma sicuramente una grossa parte è stata portata avanti anche sull'onda di analoghe scelte altrui, in particolare di Stefano, ma anche di tutti quelli che si lanciavano in avventure post-lauream e mi riportavano a pensare che non fosse ancora giunto il momento di lasciare il mondo accademico. Sicuramente in me c'è molto della ricercatrice innamorata delle parole e della cultura, così come come c'è molto della viaggiatrice e dell'americanofila (intendendo per America quella personale miscela di letteratura, cinema, pop culture e meritocrazia che vorrei poter separari dai tanti aspetti negativi di questa nazione). Ma forse è proprio qui che l'abisso ha cominciato a guardare in me. Non ho ancora capito quanto peso abbiano avuto i miei vagheggiamenti cultural-letterari sulla mia stessa percezione del cammino che ho intrapreso. Per dirla in parole povere, nonostante io sia grata a tutto l'insieme di cose e di persone che mi ha permesso di arrivare qui, nonostante Brown sia una signora università, nonostante mi paghino per studiare (for once!), nonostante io possa relativamente spaziare fra Italian e American studies... non so se tutto questo sia davvero ciò che voglio. So solo che qui per ora non sono felice (e Vincenzo, che sono finalmente riuscita a sentire, dice giustamente: "E ti pare una cosa da niente?!?"). So che ho ancora mood swings pazzeschi, alterno l'euforia dell'esplorazione delle mille opportunità alla nostalgia profonda e all'incertezza su questa scelta che è probabilmente una delle più impegnative della mia vita. So che di giorno faccio ambiziosi progetti di ricerca e di sera cerco voli per tornare a casa. Perchè "casa", per chi ancora lo mettesse in dubbio, è e resterà quella di sempre, anche quando la gente mi dà per dispersa e non dimostra alcun interesse a costruire o mantenere piccole e grandi tradizioni e opportunità di condivisione (evito di precisare l'ultimo episodio di questo genere per non ricadere in polemiche inutili e perche' agli occhi dei "profani" potrebbe sembrare una questione priva d'importanza, ma ne approfitto per ringraziare una persona che in quell'occasione si è rivelata di una dolcezza infinita... you know who you are!). Mi ci sono voluti il tempo e la distanza per rendermi conto di quanto sono legata alla mia città, ma già da Parigi scrivevo della mia mutata percezione, e con Boston e soprattutto Providence la nostalgia non fa che aumentare. La conclusione per il momento è sempre la stessa: cerco di concedermi il tempo necessario per una valutazione obiettiva, e nel frattempo trovo ogni appiglio possibile per andare avanti. E in questo momento, alle quattro di mattina, con una stanchezza enorme e una giornata lunghissima davanti, la camomilla ai petali di rosa che mi attende fumante sul comodino mi sembra un discreto palliativo.

Allie

PS: prometto che il prossimo post sarà più allegro e colorato, ho due interi Jo(y)ful weekends da raccontare e finalmente posso uploadare le foto di questo periodo (grazie Erica!!).

mercoledì, settembre 19, 2007

"Io era tra color che son sospesi..."

(Ri)leggere la Commedia è certamente uno dei lati migliori di un PhD in Italian Studies. Era da tempo che volevo farlo, ogni tanto mi lanciavo in qualche progetto "un canto al giorno" o mi riproponevo di andare a varie lecturae Dantis, senza per altro mai concretizzare nulla. Qui invece ci sto riuscendo, anche se a ritmi un po' troppo rapidi per godermi appieno la discesa nell'Inferno, compensati però dalle interessanti lezioni ermeneutico-iconografiche e dalla presenza scenica del professore, che miscela ottimamente grande competenza filologica, magistrale interpretazione dei versi e inattesi momenti d'ilarità ("e gli angeli suonano le trombe e fanno resuscitare i morti... certo che dovevano suonar proprio bene questi angeli... c'era Joe Cocker?" :-p). En passant, per chi fosse interessato (Max, dammi soddisfazione!) segnalo anche il link all'Inferno letto da Vittorio Gassman:
http://www.italica.rai.it/principali/dante/multimedia/divinacommedia/divinacommedia.htm
Dopo due settimane di prove, riflessioni e discussioni ho poi definito anche gli altri corsi, raggiungendo una soluzione decisamente soddisfacente: corso sulla traduzione letteraria con un eccentrico luminare a metà fra Mosè e Gandalf, vestito da prete e con orologio da taschino (primo assignment: "tradurre" alcuni versi di John Donne nello stile di Emily Dickinson e Walt Whitman... spettacolo!); corso su American Advertising: History and Consequences, che oltre a rafforzare la mia convinzione che la pop culture possa essere uno dei miei campi d'indagine mi permette anche di acquisire qualche informazione che mi potrà essere utile "nel mondo reale" (
non ho ancora smesso di ventilare l'ipotesi del copywriting... accanto a mille altre, ça va sans dire); infine un corso su riti, miti e simboli del fascismo, tenuto da un giovane e preparatissimo post-Doc romano che noi ragazze del dipartimento abbiamo praticamente adottato - ai figli del sistema accademico italiano e delle sue gerarchie fa un certo effetto chiamare il proprio professore per nome e studiare con lui mentre si prepara la presentazione per il suo corso!
Insomma, se non altro la situazione accademica sta prendendo forma; per ora ci ho aggiunto anche un corso per il Teaching Certificate I e medito di tentare anche un corso di spagnolo, ma non so se riuscirò a portare avanti entrambi i progetti. Anche l'appartamento diventa man mano sempre più "casa" - con la sortita all'Ikea di questo weekend dovremmo più o meno completare l'opera. Tento anche di impostare una simil-routine di workout, ora che la caviglia sembra andar meglio... ma la piscina è inagibile causa tetto pericolante (?!?), la palestra, a parte una splendida pista da atletica, è stata definita da Erica e Benedetta "un perfetto esempio di socialismo reale (e in effetti manca solo il ritratto di Stalin al posto della bandiera americana, l'effetto capannone c'è tutto!) e tutti e tre i corsi di tennis si sovrappongono perfettamente alle mie lezioni (cosa per altro non facile, le ore in classe non sono tante!). Per fortuna stasera ho convinto Stephen a insegnarmi un po'... ora non mi resta che procurarmi una racchetta! Nel frattempo ho sperimentato un corso di swing e uno di salsa: niente male, nonostante la mia coordinazione inesistente, vedremo se proseguirò.
Procedono anche le relazioni sociali (anche se il gruppo di Penn è decisamente ineguagliabile, per non parlare ovviamente del mio entourage bolognese...): lo scorso weekend una festa di American Civilization mi ha permesso di conoscere un po' meglio alcune ragazze, fra cui Miranda, che è volontaria nell'esercito ed è appena tornata dall'Iraq, dove era la gunwoman di un elicottero. Ora, a prescindere dalla mia personale opinione sulla guerra (e su quella di George W. nello specifico), bisogna ammettere che parlare con gente che da un momento all'altro potrebbe essere richiamata al fronte (i volontari firmano un contratto triennale e possono essere mandati ovunque, senza possibilità di rifiutarsi) fa veramente ridimensionare i propri problemi. E' anche uno dei lati belli della graduate school, si conosce gente con storie molto diverse e ci si confronta con realtà che a noi sembrano lontane anni luce. E' una strana sensazione, sembra di essere tutti accomunati dallo spirito studentesco e dalla necessità di ricostruirsi una vita in un mondo nuovo e automaticamente si pensa di aver tutti alle spalle lo stesso passato... e poi si scopre che Miranda è G.I. Jane, che Ezio ha 27 anni e una figlia in Perù, che Lillian ha 31 anni e vive con il figlio di 10... insomma, la "bubble" del mondo del college si allarga ad includere il mondo reale. Bello e doveroso, certo, ma al contempo un po' destabilizzante.
Una parvenza di stabilità si trova allora nella routine (su cui sto lavorando... con calma!) e nel proprio piccolo mondo quotidiano - che nel caso del mio dipartimento è decisamente piccolo! Giovedì scorso abbiamo indetto una riunione per discutere di alcune faccende interne, eravamo in nove in tutto... le dinamiche non mi sono ancora del tutto chiare (e sicuramente in occasione della riunione è uscito il peggio), ma pian piano comincerò a capire che ruolo occupo in questo microcosmo. Nel frattempo cerco di socializzare con le singole persone; a parte ovviamente Elena, con cui la convivenza procede bene, in questi giorni ho passato abbastanza tempo con Erica, che fortunatamente vive a tre case di distanza da noi - insieme per altro a Stephen e Cristina. Se non altro il Caso ci ha dato una mano stavolta, prevedo numerose serate Medwayane durante il gelido inverno! Poi stasera Cristina mi ha fatto tornare la voglia di iscrivermi a NetFlix - 20 dollari al mese per noleggiare per posta (tempi rapidissimi) film ad libitum, a blocchi di tre. Lei aveva preso "San Michele aveva un gallo" e due film francesi... direi che prevedo anche numerose cineserate!! Meno male, avevo giusto bisogno di qualche movie buddy e Antonella non è ancora rientrata!
Insomma, le cose piano piano sembrano prendere la piega giusta, e in effetti oggi sono più ottimista del solito... perchè allora questo titolo? Beh... questo inizio di dottorato è stato caratterizzato da sbalzi d'umore repentini e totali che non avevo mai avuto in tutta la mia vita, nonostante la mia ipersensibilità dichiarata mi porti spesso a risentire fortemente degli elementi negativi e a trarre grandi gioie anche da minimi particolari positivi. Stavolta è diverso, forse perchè per tanti motivi sto vivendo tutta questa faccenda in modo esageratamente amplificato. Fatto sta che in questo primo periodo sono stata piuttosto male nel profondo del mio piùomenoconscio, come sa chi ha avuto modo di parlarmi a voce (e ne approfitto per ringraziare chi mi ha sopportata, soprattutto Elena... era decisamente il momento peggiore per iniziare una convivenza con me!); e anche se cerco di vedere i lati positivi e darmi il tempo di ambientarmi e di riflettere, continuo ad avere una grandissima nostalgia del mio mondo bolognese e la pesante sensazione di non aver preso la decisione giusta. Ma andrò avanti per un po', cercando di godermi i lati belli (e ce ne sono, indubbiamente: non ero mai stata pagata per studiare! Devo ammettere che il primo stipendio mi ha fatto un certo effetto, ed era anche un numero davvero carino, Mauri!) e soprattutto di capire se questa può essere la mia strada. E poi, quando sarà il momento di fare il bilancio, per la prima volta nella mia vita prenderò una posizione definita. Cinque anni, in particolare a quest'età, non sono uno scherzo - soprattutto se non si sa se lo sbocco finale è quello giusto. Ma quest'anno, come dice la Jo, "ricomincio da me". Da quello che sono e da quello che voglio dalla vita. Non è sempre facile scoprirlo, nè tantomeno mettere in moto gli ingranaggi per ottenerlo. Ma ci provo, perchè di vita ce n'è una sola e perchè sono stufa di fare "quel che è giusto" o che mi sembra tale. E' ora di prendere le redini e di capire che, anche se mi sento sempre travolta dagli eventi, in fondo le scelte spettano a me.

"It's my life
And it's now or never
I ain't gonna live forever
I just want to live while I'm alive..."

Bon Jovi, "It's My Life"

Ciò non vuol dire che debba prendere decisioni avventate, anche se in queste settimane sarei già saltata sull'aereo mille volte. Cercherò di tener duro, aspetterò ancora un po', non perchè "sia giusto" ma perchè lo devo a me stessa. E se nel frattempo tentennerò di fronte ad ostacoli che mi paiono insormontabili, cercherò di dare ancora una volta credito al buon vecchio Virgilio:

"Non ti curar di lor, ma guarda e passa..."

Allie

martedì, settembre 11, 2007

Ode to Jo(y)

Trademark cupcakes at Magnolia Bakery: $ 2
"Run, Forrest, Run" license plate from Bubba Gump: $ 8.99
Tickets for Rent on Broadway: $ 45
A weekend with a special friend who understands all about you and can cheer you up, provide invaluable advice and even fix your haircut: PRICELESS!!

Come al solito ho rimandato per secoli l'aggiornamento del blog e ora non so nemmeno da dove cominciare... in questi mesi ho accumulato una tale quantità di emozioni che non mi sento nemmeno in grado di razionalizzare attraverso la scrittura, anche se di solito questo processo mi aiuta non poco. Stavolta non credo di farcela... sono decisamente overwhelmed, un groviglio di sensazioni, dubbi e forze contrastanti che mi sta rendendo ancor più difficile la transizione e che mi lascia fisicamente e mentalmente provata. Che fare, allora, per reagire al tumulto interiore? Ovvio, tuffarsi in un vortice ancor più vertiginoso: Manhattan transfer! Razionalmente può sembrare una soluzione assurda, oltre che deleteria per il sonno arretrato e la caviglia ancora in ripresa (per chi non lo sapesse: tanto per continuare la tradizione degli incidenti pre-USA, mi son presa una bella storta!), ma alla fine ho passato un weekend davvero speciale e quindi ho voluto aprire questo post con un tributo ad una persona unica che fa davvero tanto "to keep me sane"! Due giorni veramente pieni, cominciati con un viaggio sul Bonanza bus sola soletta... niente di epocale, lo so, ma non avevo mai viaggiato da sola in pullman, tanto meno di notte... arrangiarmi sull'organizzazione e parlare coi vicini di posto (nello specifico un ragazzo di Haiti che mi ha impezzata su... Gigi D'Agostino! Si può?) mi ha fatta sentire più indipendente (non avrei mai pensato di sentirmi tranquilla a girare da sola a mezzanotte in metropolitana a New York, con tanto di inebriante sensazione di empowerment). Scendo a Sheridan Square, zona NYU... qualche isolato a piedi ed eccomi finalmente a casa della Jo, un delizioso studio minimal-trendy nel West Village. Potremmo raggiungere Bolo e altri loro amici, ma non riusciamo a contattarli... e per la prima sera va bene così, stiamo già navigando lungo fiumi di parole e nel frattempo la Jo trova anche il modo di sistemarmi il taglio di capelli asimmetrico di cui mi lamentavo da un pezzo! Che persona incredibile... devo ancora trovare qualcosa che non sappia fare! Ma la sua vera specialità è sicuramente ascoltare e dare consigli, un dono prezioso che mi ha aiutata moltissimo in tante occasioni. E' sempre importante confrontarsi con qualcuno che conosce la mia (le mie) realtà senza rinunciare all'obiettività... e per giunta nella splendida cornice di Manhattan. La mia New York è sempre uno spettacolo, ma andare a trovare qualcuno che ci vive aggiunge sempre una dimensione ulteriore ad una città che è già proteiforme di per sè, mescolando i miei soliti e beneamati giri pseudoturistici per Times Square con stralci di vita quotidiana nel Village (attenzione al pericolo lavasecco, rischiate un conto da 139 $ che abbiamo evitato per un soffio!) e giretti per i mercatini e i negozietti di Brooklyn. Senza contare il fatto che sono finalmente riuscita a realizzare un progetto che avevo da tempo: vedere Rent dal vivo a Broadway!! Scenografia spettacolare, attori ottimi (uno dei protagonisti, Anthony Rapp, è lo stesso del film, che per altro consiglio vivamente), tematiche che scuotono e canzoni da brivido...

"525,600 minutes, 525,000 moments so dear.
525,600 minutes - how do you measure, measure a year?
In daylights, in sunsets, in midnights, in cups of coffee..."

{[(Seasons of Love)]}


MIMI:
"The heart may freeze or it can burn
The pain will ease if I can learn
There is no future
There is no past
I live this moment as my last
There's only us
There's only this
Forget regrets
Or life is yours to miss
No other road
No other way
No day but today..."

{[(Another Day)]}

Insomma, veramente uno show da vedere, se ne avrete l'occasione, anche nella versione cinematografica. Poi un giro a Meatpacking in cerca di un ristorante aperto (un dubbio posto spagnolo) e un localino nel Village con Bolo e due amici della Jo. Domenica mattina: missione messa Gospel... ma ce la siamo presa un po' comoda e alla fine non siamo riuscite ad entrare, mi toccherà tornare! :-) In compenso sulla metropolitana ho incontrato Noah, un ragazzo di Penn che non sentivo da quattro anni... ora, lo so che tutto il mondo è paese, ma è stato assurdo incontrare qualcuno per caso nel sottosuolo di Manhattan, per giunta con una scena à la Sliding Doors in cui io e la Jo abbiamo perso per un soffio la metro precedente! Per restare in tema Penn (e Bologna, e Boston), dopo un giretto nel meraviglioso campus di Columbia siamo riuscite anche ad andare a trovare Channtal, mentre nel pomeriggio ho rivisto Maya, anche se per pochissimo tempo... decisamente un weekend intenso che spero di bissare al più presto!
Il rovescio della medaglia però è che mettere subito a confronto Providence con una metropoli di tale portata (che per giunta è una delle mie città preferite in assoluto) mi ha fatto venire ancora più dubbi... Voglio davvero passare cinque anni della mia vita in Rhode Island? Se proprio devo stare negli States, non varrebbe forse la pena di stare in una città vera, di godermi tutto ciò che l'immenso e variegato universo newyorkese ha da offrire? Ad alimentare le mie incertezze poi ha contribuito il fatto che proprio questo weekend ho avuto la conferma che Vincenzo, che forse è la persona che più condivide il mio modo di rapportarmi al PhD, quest'anno ha deciso di chiedere un leave e restare in Italia... me l'aspettavo, ma mi ha dato da pensare e attendo ansiosamente un confronto via Skype!
Chiudo questo post prima di addentrarmi troppo nei temibili meandri della mia mente, sleep-deprived più che mai, con la pseudo-promessa di aggiungere presto i mille tasselli che hanno creato il complesso mosaico di questi mesi... la bellissima vacanza bavarese, il resto dell'estate nella mia Bologna... ah già, magari anche qualche accenno al mondo di Brown! :-)

Allie

mercoledì, luglio 18, 2007

Laquintazeta.

Dopo una gran bella serata trascorsa finalmente con i miei compagnucci di liceo, mi sento in dovere di dedicare un post alla mitica 5Z, che ultimamente ho un po' trascurato, ma che regala sempre momenti spettacolari quando riesce a riunirsi! Ringrazio quindi Marco (a sinistra colla Sara) che ci ha ospitati nella sua (splendida) villa di Castel San Pietro, e poi ovviamente tutti i presenti per un perfetto mix di cena, racconti, gag e un po' di sana ignoranza "old skool"... tutte quante balotte! :-p Foto a destra: Ape, Anny, Tony.
E' bello vedere che anche se quasi tutti ormai lavorano, anche se comunque abbiamo preso strade molto diverse e ciascuno si è costruito una vita piena e complessa, ci basta un momento per tornare "abbbestia" e caricarci per il bagno di mezzanotte (che la prossima volta faremo sul serio!). Peccato per le varie assenze, anche se qualcuno si è fatto sentire via sms (sua sponte... come no!) e a qualcun'altra sono sicuramente fischiate le orecchie... Comunque spero che ci saranno presto altre occasioni per ritrovarci tutti assieme! Foto a sinistra con JJ, a destra con Davey.
Per il resto l'ultima settimana ha decisamente regalato altri bei momenti. Si comincia dallo scorso lunedì col farewell party a sorpresa per salutare la Jo (che ha promesso numerosi weekend a Providence da settembre!) alla Corte dell'Opera - che effetto tornarci dopo la festa di laurea del 2005! Serata perfetta, atmosfera impeccabile (con tanto di Frank Sinatra!) e finalmente un revival con le linguiste, quanto tempo! Grazie soprattutto alla Sara che mi ha scarrozzata avanti e indietro (= più tempo per updates e gossip!)... ma al ritorno a casa ecco la nuova Yaris nel cortile! Il giorno dopo è tornato anche l'F10, finalmente son di nuovo motorizzata! Presa dall'euforia mi sto lanciando in varie escursioni in centro nonostante l'afa da paura e la pressione al minimo storico... ma è bello essere di nuovo in sella, avevo paura di essere un po' bloccata dopo l'incidente, invece mi sento piuttosto tranquilla, anche se la cicatrice sembra sempre peggio!
Martedì è stato anche un gran giorno per la Lu, che ha coronato la sua carriera universitaria; festeggiamenti sui colli in attesa del party vero, in piscina... ma di alcol ne girava comunque!
Mercoledì sera terza lezione di tennis, sono proprio contenta di aver cominciato il corso, anche se ovviamente i progressi sono lenti (e il caldo non aiuta!). Un salto al calcetto, giusto in tempo per vedere l'ultimo gol, e poi un giretto allo Chalet dei Giardini.
Venerdì sera si festeggiava il compleanno di Mauri (foto a destra con l'Alessia): ottima cena al Nonno (quanto mi mancheranno le tigelle l'anno prossimo!) e un immancabile Cade, con tanto di comparsata di Andy che cercavo di vedere da secoli!
Sabato grande prova di coraggio: pomeriggio al sole allo Junior! Ovviamente son partita armata di creme... e il fatto che sia arrivata là alle 4 ha permesso la mia sopravvivenza! :-p La sera festa della birra (sic) alla piscina di Monterenzio, con concerto delle Braghe Corte e comparse dal passato che sono stata proprio contenta di rivedere (la Rix e Tano in primis). Poi gira e rigira... di nuovo Cade! Quando mai... stavolta però la serata non ha convinto, fortuna che è stata risollevata da una bella chiacchierata con l'Ely a Mello's Place. Lunghi discorsi anche domenica sera, chiarimenti importanti dopo ore di tentativi di organizzare 'ste benedette vacanze... la defezione di Francesca (sigh!!!) scombina un po' i piani (soprattutto i miei!), ma vedremo di rimescolare le carte ancora una volta.
Nel frattempo mi sono concessa una fuga da reale, in quel di Hogwarts: non male il quinto episodio di Harry Potter, anche se non sono una vera appassionata della serie (almeno non quanto il Vet, che a sorpresa si è rivelato un profondo conoscitore del mondo rowlingsiano). Ciliegina sulla torta: un bell'Amadeus post film, com'è giusto che sia per rispettare la tradizione!
Intanto durante le giornate si mescolano mille commissioni, progetti, saluti ad amici, ricerche pro-dottorato... insomma, l'estate continua ad essere intensa ed io continuo a godermi la mia Bologna. Alla faccia dei trentasette gradi.

-Allie

lunedì, luglio 09, 2007

You, Me and IMDB.

Non avevo certo bisogno di qualcuno che mi istigasse a passare ancor più tempo sui siti cinematografici, saltellando da un film all'altro seguendo una sorta di "six degrees of separation" o anche per pura (e spesso delirante) associazione mentale. Ma quando si è in due è tutta un'altra cosa. Non certo per l'attività in sè, che non ha fine reale (nei due sensi del termine "fine"), che non necessita di compagnia e che è solo una delle tante sotto-specialità della grande arte del kazzeggio, di cui sono maestra nei periodi di non-studio. La vera rivoluzione è poter di nuovo passare nottate intere a parlare, ovviamente di film, ma anche di qualsiasi altra cosa, e scoprire che la sintonia è rimasta talmente perfetta e immutata che non solo gli argomenti di conversazione non si esauriscono mai, ma si arriva al punto in cui ci sono talmente tanti discorsi aperti ("apro una parente", tanto per citare qualcuno a caso!) che servirebbero carta e penna per non perdere il filo.
Bentornato, Vet. Dire che mi sei mancato non è nemmeno necessario, basta vedermi in questi giorni per capire che si respira tutta un'altra aria.
La settimana per altro è stata piuttosto positiva, fra una sortita in piscina e un discreto "Flyboys", l'inizio del corso di tennis con la Chiara e la Silvia, una serata con gelato, Taboo e balotta assolutamente a caso (fulcro: la Susy, ovviamente), una gran bella serata con la Jo che riesce sempre a leggere nella mia mente contorta e un'altra cineserata con l'impegnativo e controverso "XXY" (nettamente promosso, ma certo non etichettabile come "easy watching").
Un venerdì a Marostica, con la presenza inattesa di Mirco; ritorno giusto in tempo per la serata, Chalet dei Giardini e Cade... alti e bassi, ma anche qualche bel discorso (ma è preoccupante che io vi partecipi con lo stesso tenore ma senza alcol in corpo!). Sabato gran bella serata col Vet nel ruolo di guest star, con ottima cena a Montebudello (fortunamente non era "un classico caso di" nomen omen, per dirla à la Charro) e mille gag ampiamente documentate dalla mia fedele Canon, dalle performances "alimentari" del Boss a "dai facciamo un giochino che si chiama trenino..." :-p
Post al redivivo (?) Frigò, con perle musicali anni 70-80-90 capaci di attirare in pista perfino la sottoscritta (appena reduce da un simpatico gavettone... meno male che ormai della permanente è rimasto ben poco!).
Insomma, eccomi di nuovo arrivata a domenica notte, in attesa di una settimana ricca di eventi importanti (lauree, compleanni, una despedida...). Chiudo qui, così vedo di recuperare un po' di sonno prima di correre a recuperare il motorino, che si spera torni domani, forse seguito a breve dalla Yaris... nel frattempo grazie a tutti quelli che mi hanno scarrozzata in giro!!

Allie

lunedì, luglio 02, 2007

On the road.

"Cerco un'America che forse non c'e' nemmeno piu',
Cerco un nastro d'asfalto che corre dritto verso il blu
E cerco le risposte che non trovero'
Le cerco perche' l'importante e' il viaggio non dove andro'...
Torno subito resto ancora un attimo
Devo dare un' altra occhiata al mondo poi tornero'..."

883, "Torno subito"

Chi mi conosce sa che il titolo di questo blog non è scelto a caso e che non è soltanto un tributo ad una (splendida) canzone degli Aerosmith ("It's Amazing... With the blink of an eye you finally see the light"). Uno stile di vita, volendo, perchè in fondo è il principio che, più o meno consciamente, governa le mie scelte; ma anche un monito a me stessa, perchè il grande viaggio dell'esistenza non è sempre agevole, che ci si sposti intorno al globo o che si resti sempre nello stesso luogo. E' facile sentirsi delusi, frustrati o confusi perchè magari si hanno 25 anni e niente in mano, perchè i traguardi sembrano lontani, perchè ognuna delle scelte possibili comporta rischi o svantaggi di portata non trascurabile. Ed ecco che ogni tanto sento il bisogno di astrarmi dal mondo con una canzone che metta a nudo le mie paure e mi faccia nuovamente vedere le cose in prospettiva, per poi rituffarmici dentro e viverle fino in fondo. Nel caso di questa calda e tranquilla serata estiva si è trattato appunto di "Torno subito". Uno degli ultimi giretti sulla mia adorata Saxo, che dovrò salutare fra qualche giorno; mille cigolii sospetti provenienti dalla ruota posteriore destra, le strade vuote da Lercaro a Ponticella, una domenica sera in cui il tempo non esiste. Guido sola, come spesso accade al ritorno a casa, persa come sempre nei miei pensieri, e quasi in automatico accendo la radio (unica superstite dell'impianto audio). Ne esce la voce del buon vecchio Max Pezzali, che fa sempre sorridere ogni interlocutore quando lo affianco, che so, ai grandi del rock anglofono o ai cantautori italiani, descrivendo i miei gusti musicali. Ma non mi importa: per me le canzoni degli 883 sono una colonna sonora più o meno costante da quattordici anni, ormai. Anche se ho smesso da tempo di seguire assiduamente nuove uscite e tourdates (ma mi resta il sogno di andare al concerto!) ascolto sempre vecchi e nuovi successi con piacere, soprattutto nel caso dei pezzi che, al di là delle melodie orecchiabili, sanno parlare direttamente al mio subconscio, sanno tirare fuori con freschezza e semplicità quelle sensazioni che ognuno riesce ad identificare come proprie. Non conoscevo questa canzone, a dire il vero. Ma il brano che ho riportato in apertura è davvero molto "mio", ed è giunto con tempismo perfetto a ricordarmi che a volte nel perseguire un obiettivo ci si dimentica di godersi il percorso.
Non sono mai stata brava a rapportarmi coll'hic et nunc, anzi, credo che ci sia poca gente più abile di me a rifugiarsi nel sogno di un altrove spazio-temporale. Insicurezza, forse, ma anche voglia di riunire tutte le cose e le persone che amo in uno stesso posto, senza che la mia esistenza sia sempre scissa in almeno due luoghi agli antipodi.
Proprio per questo ogni tanto ho bisogno di scuotermi e ricordare a me stessa che ogni piccolo grande momento di questo cammino può essere speciale. Anche queste giornate, che scorrono scevre di eventi particolari, che scivolano via senza che io faccia nulla di concreto. Eppure a ben guardare sono piene di momenti da conservare gelosamente, se solo si potessero immortalare in qualche modo. Vedere il mio stralcio di cielo stando sdraiata sul dondolo in terrazza; camminare in centro, anche se mi sono lamentata che dovevo andarci in autobus; un film all'aperto, in quel cronotopo particolare che è la Corte del Cinema a San Lazzaro, dove il target taglia trasversalmente ogni fascia d'età, dove le sedie sono le stesse che si trovano fuori dal bar sport, dove la baracchina vende un paio di gelati confezionati, l'acqua brillante e le Crazy West; qualche ora con gli amici più cari, che per me è sempre un regalo speciale.
Nell'incognita delle vacanze, nella certezza del Grande Salto che è insieme eccitazione e angoscia, mi godo quest'estate casalinga e bolognese, come progettavo e sognavo di fare da tempo. Certo, non tutto va a gonfie vele e di delusioni ce ne sono state più di quanto non mi aspettassi, anche ad opera di persone insospettabili, e ci sono giorni in cui si accumulano tanti elementi negativi da far vacillare il mio piccolo mondo italiano. Quello stesso mondo che sono conscia di aver in parte idolatrato attraverso il filtro della distanza e del rimpianto per un'"età dell'oro" che forse in realtà non era nemmeno così scintillante mentre la vivevo. Ma per fortuna ogni tanto ci sono momenti speciali che valgono tutti gli sforzi fatti per sopportare quelli negativi, e se molti dei recenti cambiamenti mi hanno lasciata davvero depressa e amareggiata, ne restano pur sempre alcuni altri che sanno regalarmi un sorriso e farmi nuovamente brillare gli occhi. Qualcuno che riesce sempre a dimostrarsi insostituibile, da dieci anni a questa parte (o nove, o undici, o... :-p); qualcuno che non vedevo o non sentivo da secoli e che sa capire più cose di me di chi magari mi vede sempre; qualcuno che conosco da relativamente poco, ma che sto imparando a scoprire giorno dopo giorno.
Il tutto, ovviamente, con un adeguato contorno di film e libri, per godermi fino in fondo l'ultima estate di assoluta libertà intellettuale e perchè tanto la mente vaga già a ruota libera di suo. Qualche pièce teatrale, presa in prestito alla nuova Mediateca sanlazzarese, effettivamente poco funzionale (soprattutto in rapporto al suo costo), ma comunque accogliente e utile ai miei scopi non accademici; dopo De Filippo ("Natale in casa Cupiello") e Ibsen ("Gli spettri"), sono tornata al caro Schnitzler con la curiosa, ritmica "commedia" "Girotondo". Nel futuro si prospettano un po' di Sciascia e Dante, perchè sarebbe ora di riscoprirsi italianista, poi forse Isabel Allende (grazie Susy! Davvero un regalo azzeccato!) e chissà, magari un tocco di chick lit, che d'estate piace sempre (Fra, urge scambio in vacanza!!).
I film ovviamente sono ancora più numerosi, per non parlare delle ore che spendo a recensirli e valutarli ora che facebook ha introdotto "Movies" fra le applets... Difficile raggrupparli tutti, comunque. Un bel mix di "terzi episodi", sin dal maggio bostoniano ("Shrek 3", "Spiderman 3", "I Pirati dei Caraibi 3", "Ocean's 13"...), "I Fantastici 4 e Silver Surfer", un "Grindhouse" che parte relativamente lento e poco tarantiniano ma sa riscattarsi con un secondo tempo al cardiopalma, più un po' di pellicole più "serie": un destabilizzante "Centochiodi" che contrappone la vita accademica (per altro a Storia all'UniBo) alla vita "vera", fuori dalla carta stampata; un binomio non cercato sull'infermità mentale, fra l'angoscia e i deliri misticheggianti di Leonardo Vitale in "L'uomo di vetro" e l'universo del manicomio di "Follia", con un confine più che mai labile.
Nel frattempo abbondano le sortite in palestra (sic!), accompagnate da una giornata al Villaggio della Salute (ovviamente sono riuscita a bruciarmi con SEI strati di crema a SPF SESSANTA!) e perfino da un corso di tennis che inizierò martedì con la Chiara e la Silvia, tanto per rispolverare il solito proposito di imparare davvero a giocare, che rilancio ad ogni estate. Ma stavolta faccio sul serio, ho perfino fatto risistemare la mia vecchia Wilson! :-)
Presa dall'ansia per il futuro insegnamento e dal desiderio di trovarmi un qualche lavoretto estivo, ho anche tentato la strada delle ripetizioni private... ma finora entrambe le persone che mi hanno contattata si son fatte di nebbia (una delle due è incinta e vive a Molinella... ci credo che cercasse altrove!), staremo a vedere.
Nel frattempo non mancano, ovviamente, le uscite serali, con la variante delle cene che ultimamente abbondano, vuoi per un compleanno, vuoi perchè ci va di organizzarne una senza motivo. Meta ultima dei weekend resta però ovviamente il Cade, nonostante il sovraffollamento e le macchine parcheggiate *dentro* la rotonda. Io sbuffo, mi lamento, strippo... ma so che in fondo è parte del mio mondo. E la prossima volta che girerò in tondo senza risultati, o che mi sentirò giù a causa di qualcuno, spero di ricordarmi che alla fine della fiera bisogna dar ragione a Totti (o meglio, al copywriter della Vodafone). Laif is nau.

-Allie

PS: Non posso non pubblicare anche un tributo a "Gambe in spalla"!!!