martedì, agosto 26, 2008

Dazed & Confused

Ci sono quei momenti in cui troppi nodi vengono al pettine tutti insieme. Questioni di vario genere, ma tutte di notevole importanza, che bussano alla tua porta all'unisono, come uno stuolo di zombies dal passo barcollante ma inesorabile. Barricarsi può andar bene per un po', ma prima o poi bisogna aprire e decidere chi è meglio spiattellare per primo. Sarebbe più semplice se tutto non fosse collegato, ma è la solita storia della coperta troppo corta, se si tira da una parte ci si scopre dall'altra. Ma poichè non si è ancora trovato un tasto reset, l'unica cosa da fare è restare in pista e cercare il fottuto bandolo della matassa. Da qualche parte dovrà pur essere. Il mio criterio non è molto diverso da quello di chiunque altro: cercare ciò che mi fa star bene e che mi rende felice. Peccato solo che abbia passato metà della mia esistenza a preparare l'apertura dei miei orizzonti e l'altra metà a cercare di venire a capo della diaspora dei mattoncini di felicitàcrescitaprogressiinteressiconoscenza conquistati con tanta fatica. Il bicchiere però è anche mezzo pieno: scegliere è difficile, ma poter scegliere è un privilegio, e la difficoltà della scelta implica che ci siano dei vantaggi da entrambe le parti. Mi torna in mente un bellissimo augurio ricevuto poche settimane fa: "Spero che tu possa scegliere sempre il maggiore di due beni e non il minore di due mali."
Il che dimostra, fra l'altro, che lo scrivere conserva sempre il suo potere terapeutico, a maggior ragione a conclusione di una una giornata decisamente no, per una serie di motivi sommatisi in un mix esplosivo, nonostante le ore passate a guardare Friends ai fini della tesina sulla traduzione dello humor.

O forse in parte anche per quello: un po' perchè "Doctor Geller" mi riporta sempre in mente uno dei miei mondi possibili preferiti, che però ultimamente si sta facendo sempre più evanescente, e un po' perchè i personaggi doppiati sono assolutamente snaturati e perchè a volte sezionare un prodotto audiovisivo per studio mina il piacere della visione. Mi sembra sempre di andare da un prestigiatore e smascherarne i trucchi, negando a me stessa la magia della finzione televisivo-cinematografica. Certo però preferisco pensarmi a fare un lavoro in un ambito che mi piace, nonostante questi effetti collaterali, piuttosto che dipingermi un futuro noioso in cui il cinema rappresenta l'unica evasione.
In tutto ciò stasera penso di aver fatto le uniche cosa sagge da fare: andare al cinema, naturalmente, e capire che la priorità assoluta era ritrovare un po' di tranquillità e passare un po' di tempo con qualcuno che riesce sempre a farmi sorridere e che soprattutto quando mi chiede come sto ascolta davvero la mia risposta. E se il film, che in sè non valeva due stelline, mi ha fatta sorridere con perle come "Se la vita ti offre dei limoni, tu manda a fanculo i limoni e parti", sono sicura che la chiacchierata in programma per domani sera sarà il migliore dei toccasana...

Allie


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