domenica, ottobre 14, 2007

A Cup of Tea Solves Everything...

... and so does a movie, by the way.
Chi frequenta facebook avrà forse notato che, oltre ad aver dispensato stelline per circa 700 movie ratings, sono anche iscritta al gruppo che dà il titolo a questo post. Non sarà come "Chapstick Addicts" dei bei tempi di SixDegrees, ma sicuramente è qualcosa che mi definisce e che ha continuato a farlo in tutte le fasi della mia vita. E nei momenti in cui i dubbi abbondano e il futuro è tutto da plasmare, quando capita di sentirsi un po' (molto) persi, fa davvero bene ritornare agli elementi più costanti del proprio modo di essere. Gli amici ovviamente sono sempre nei miei pensieri (nonchè sul mio muro: al redivivo tributo fotografico se ne affiancherà presto un secondo, grazie alla seconda infornata di foto ricevute ieri) e nel mio computer (grazie a tutti quelli che si sono fatti vivi! E' sempre una gioia leggerv
i e ascoltarvi!) e il suddetto laptop funge nuovamente anche da stereo grazie alle casse acquistate da Barbara, in partenza per l'Italia dopo nove anni americani (!); la fase musicale attuale è piuttosto soft (in questo momento mi rilasso sulle note di "Margaritaville"), ma non temete, Joey Cape sa sempre come riemergere! I libri poi naturalmente non mancano, anzi, campeggiano su scrivania, mobili, letto e quant'altro (al momento sono alle prese con Aurora Dawn, ambientatio in un'agenzia pubblicitaria... schoolwork, I swear!)... ma in queste due settimane sono anche riuscita a coltivare un po' le due passioni di cui sopra. Overdose di tè nero alla vaniglia e al gelsomino, nonchè di film... ed ecco che mi sento di nuovo me stessa! :-) Il tè ovviamente non è mai mancato fra i generi di sopravvivenza che tengo nella dispensa (diciamo la solita decina di confezioni diverse!), ma un paio di settimane fa sono finalmente riuscita ad esplorare Tealuxe, un delizioso locale a cui passavo sempre davanti l'anno scorso a Cambridge, senza mai decidermi ad entrare, principalmente perchè è uno di quei posti in cui non si va per un tè veloce, ma per sedersi con calma, con qualcuno o con un buon libro... Una sorta di Starbucks per teinomani, insomma, ma con più personalità e più varietà. Ci sono stata con due ragazzi francesi, Caroline e Nicholas, nel tentativo di riprendere un po' i contatti al di fuori del dipartimento. Il Black Tea Vanilla & Jasmine di cui sopra mi ha conquistata in un batter d'occhio! Poi mi piace il fatto che si possa avere il tè "in a proper way", direbbe Clare, se si ha tempo di star lì (teiera, tazza, piattino...), ma anche "to go" se si ha fretta... lo so che non c'è confronto, ma è bello potersi portare a lezione qualcosa di più esotico del mio (pur adorato) English Breakfast! I commessi poi sono gentilissimi, l'altro giorno uno mi ha regalato una pastina... e cinque minuti prima il gestore di una sorta di emporio indiano mi aveva regalato due braccialettini e un assurdo finger puppet a forma di Maggie Simpson (nonchè dieci minuti di consigli karmici)! La cosa mi ha colpita, non mi capita praticamente mai (a parte i campioncini di Bottega Verde, ma quella è un'altra storia!) e giovedì mi è successo due volte di fila, si vede che stavo "indossando il mio sorriso migliore"! Insomma, una giornata tutto sommato positiva, con esilaranti filmati sulle pubblicità per le campagne elettorali made in USA ("[risata in crescendo] Spiro Agnew for vice-president? It would be so funny if it weren't so serious!"... ma ve l'immaginate una campagna del genere in Italia?) e tre ore di swing & salsa... il ballroom dancing non è il mio sport, però a maggior ragione sono doppiamente contenta quando mi costringo ad andarci, sia perchè fare movimento aiuta davvero tanto a sfogare lo stress, sia perchè come al solito tenderei ad evitare di fare cose che non so fare, e invece quest'anno uno degli obiettivi era mettersi in gioco... senza contare che con un bravo leader anche la più impacciata delle followers migliora nettamente! Ringrazio quindi l'assillante e superpignolo Brandon, geologo del Nebraska! :-)

La nostalgia a dir la verità si è fatta sentire molto quando ho aperto il pacchetto appena giunto da Ponticella, con appunti vari, le foto di cui parlavo prima e una letterina della mamma... ma sono stata brava ad annegare la tristezza nel tè - oltre che nello studio: Alla festa della rivoluzione, saggio storico su Fiume, mi ha regalato perle futuriste come il prototipo dell'Ardito perfetto... ma è grave ridere delle battute fra storici? :-p Speaking of which, Lorenzo se n'è tornato in Italia per due settimane e medita di tornare anche a Thanksgiving, dispensando consigli sui voli che ha trovato... mannaggia a lui! Io continuo a non sapere cosa fare, avrei voglia di stare un po' a casa e in effetti per una volta le biblioteche italiane farebbero comodo (ci vuol pure una scusa professionale!), e i costi sono ancora affrontabili... ma non so, ci penserò ancora qualche giorno! Nel frattempo però sono decisa a far di tutto per godermi la vita e le opportunità di qui, per quanto permesso dalla mole di lavoro. Ieri mi sono lanciata: Kaffeestunde al dipartimento di tedesco, giusto per avere la conferma di quanto ho bisogno di far conversazione... ma non demorderò! La sera uscita impromptu con sette fanciulle... l'esperienza della "mulierada", come diceva Elena, ha certamente dei lati positivi, come la novità ( :-p) e il bonding in stile Piccole Donne (scena che questa settimana si è ripetuta spesso, dopo che la povera Erica è stata operata di appendicite... anzi, ne approfitto per ribadire ancora una volta che l'ammiro tantissimo per la sua forza d'animo!). Certo è che non sono abituata all'eccesso di estrogeni... mi sentivo decisamente alienata, a dispetto di tutti i tentativi di ritrovare me stessa! :-) Comunque mi sono divertita, una bella cena in un locale pan-Asian e poi un drink in un paio di locali con Erika e Lisa (nata a Marostica!!), giusto per avere un assaggio della nightlife di Providence (e sorbirci pick-up lines su Sex & The City e Skittles tenute in mano da chissà quanto da un tizio che mi ha fatto venire in mente Pig Pen). Oggi poi sfruttando la bella giornata sono andata con Rachael e Aliza (due ragazze molto carine di AmCiv che non vedevo da secoli) a vedere la Soapbox Race, un evento mooooolto americano organizzato dalla Red Bull in cui i concorrenti gareggiano su macchinine che si costruiscono da sè con vecchie cassette e che decorano tipo carri allegorici. Poi tappa da Tealuxe (oggi Victorian Rose... notevole!) e studio alla Science Library (foto a destra), un buffo posto diviso in aree da 50, 25 e 0 decibel a seconda di quanto si può parlare! E per rinfrancar lo spirito... un salto al mall (la quintessenza della small town americana: tutti al mall il sabato sera!! Aiutoooo!) per una breve shopping session e un filmino al cinema. Sorvoliamo sul titolo scelto (Good Luck Chuck... troppo slapstick e con troppa volgarità gratuita, mi è scaduta Jessica Alba... ma immagino che possa candidarsi tranquillamente come film abbbbestia dell'anno, quindi chi è interessato vada pure a vederlo speranzoso!)... decisamente non mi riferivo a questo all'inizio del post! A dire il vero non pensavo nemmeno a Provincia Meccanica, visto la settimana scorsa a casa di Erica, Cristina e Stephen e decisamente deludente (e basta coi trentenni e le crisi di coppia!), nè a Memories of a Murder, thriller coreano che può piacere se visto come documentario, ma che per il resto non convince affatto, checchè ne dicano le recensioni intellettualoidi che estetizzano l'esotismo in celluloide. Pensavo piuttosto alla bella serata di giovedì, double feature prima al cinema (all'Avon, su Thayer Street, l'unica via "viva" del campus - ma il cinema pare uscito dagli anni '50!) con The Jane Austen Book Club (un po' cheesy, d'accordo, ma in fin dei conti abbastanza carino... e ovviamente ora ho voglia di riprendere in mano Orgoglio e Pregiudizio!) e poi da Erica e Stephen con Gli ultimi giorni di Sophie Scholl, un film tedesco molto intenso sulla resistenza anti-nazista, con una bravissima attrice protagonista. Non è una visione facile, ma ne vale la pena, anche solo per vedere le cose sotto un'altra prospettiva, pensando a chi aveva davvero il coraggio di cambiare il mondo. E questo forse è uno dei lati più belli della vita nei campus americani, si è talmente pieni di stimoli che ci si sente spronati a fare, esplorare, sperimentare, vivere. Per me vuol dire molto: quando comincio a rendermene conto significa che sto tornando in sella, in qualche modo. Ora resta solo da capire in che direzione galoppa il mio Pegaso.

Allie

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ti consiglio il blog di Alberto a questo proposito:
http://sback.it/blog
;)

Sarina

Allie ha detto...

Orrore, orrore! Nel sostituire un verbo che inizia con una vocale con uno che inizia con una consonante... mi era sfuggito un ED!! Ho rimediato appena me ne sono accorta, ma la 5Z sa cos'ho rischiato! :-)

Allie