mercoledì, settembre 19, 2007

"Io era tra color che son sospesi..."

(Ri)leggere la Commedia è certamente uno dei lati migliori di un PhD in Italian Studies. Era da tempo che volevo farlo, ogni tanto mi lanciavo in qualche progetto "un canto al giorno" o mi riproponevo di andare a varie lecturae Dantis, senza per altro mai concretizzare nulla. Qui invece ci sto riuscendo, anche se a ritmi un po' troppo rapidi per godermi appieno la discesa nell'Inferno, compensati però dalle interessanti lezioni ermeneutico-iconografiche e dalla presenza scenica del professore, che miscela ottimamente grande competenza filologica, magistrale interpretazione dei versi e inattesi momenti d'ilarità ("e gli angeli suonano le trombe e fanno resuscitare i morti... certo che dovevano suonar proprio bene questi angeli... c'era Joe Cocker?" :-p). En passant, per chi fosse interessato (Max, dammi soddisfazione!) segnalo anche il link all'Inferno letto da Vittorio Gassman:
http://www.italica.rai.it/principali/dante/multimedia/divinacommedia/divinacommedia.htm
Dopo due settimane di prove, riflessioni e discussioni ho poi definito anche gli altri corsi, raggiungendo una soluzione decisamente soddisfacente: corso sulla traduzione letteraria con un eccentrico luminare a metà fra Mosè e Gandalf, vestito da prete e con orologio da taschino (primo assignment: "tradurre" alcuni versi di John Donne nello stile di Emily Dickinson e Walt Whitman... spettacolo!); corso su American Advertising: History and Consequences, che oltre a rafforzare la mia convinzione che la pop culture possa essere uno dei miei campi d'indagine mi permette anche di acquisire qualche informazione che mi potrà essere utile "nel mondo reale" (
non ho ancora smesso di ventilare l'ipotesi del copywriting... accanto a mille altre, ça va sans dire); infine un corso su riti, miti e simboli del fascismo, tenuto da un giovane e preparatissimo post-Doc romano che noi ragazze del dipartimento abbiamo praticamente adottato - ai figli del sistema accademico italiano e delle sue gerarchie fa un certo effetto chiamare il proprio professore per nome e studiare con lui mentre si prepara la presentazione per il suo corso!
Insomma, se non altro la situazione accademica sta prendendo forma; per ora ci ho aggiunto anche un corso per il Teaching Certificate I e medito di tentare anche un corso di spagnolo, ma non so se riuscirò a portare avanti entrambi i progetti. Anche l'appartamento diventa man mano sempre più "casa" - con la sortita all'Ikea di questo weekend dovremmo più o meno completare l'opera. Tento anche di impostare una simil-routine di workout, ora che la caviglia sembra andar meglio... ma la piscina è inagibile causa tetto pericolante (?!?), la palestra, a parte una splendida pista da atletica, è stata definita da Erica e Benedetta "un perfetto esempio di socialismo reale (e in effetti manca solo il ritratto di Stalin al posto della bandiera americana, l'effetto capannone c'è tutto!) e tutti e tre i corsi di tennis si sovrappongono perfettamente alle mie lezioni (cosa per altro non facile, le ore in classe non sono tante!). Per fortuna stasera ho convinto Stephen a insegnarmi un po'... ora non mi resta che procurarmi una racchetta! Nel frattempo ho sperimentato un corso di swing e uno di salsa: niente male, nonostante la mia coordinazione inesistente, vedremo se proseguirò.
Procedono anche le relazioni sociali (anche se il gruppo di Penn è decisamente ineguagliabile, per non parlare ovviamente del mio entourage bolognese...): lo scorso weekend una festa di American Civilization mi ha permesso di conoscere un po' meglio alcune ragazze, fra cui Miranda, che è volontaria nell'esercito ed è appena tornata dall'Iraq, dove era la gunwoman di un elicottero. Ora, a prescindere dalla mia personale opinione sulla guerra (e su quella di George W. nello specifico), bisogna ammettere che parlare con gente che da un momento all'altro potrebbe essere richiamata al fronte (i volontari firmano un contratto triennale e possono essere mandati ovunque, senza possibilità di rifiutarsi) fa veramente ridimensionare i propri problemi. E' anche uno dei lati belli della graduate school, si conosce gente con storie molto diverse e ci si confronta con realtà che a noi sembrano lontane anni luce. E' una strana sensazione, sembra di essere tutti accomunati dallo spirito studentesco e dalla necessità di ricostruirsi una vita in un mondo nuovo e automaticamente si pensa di aver tutti alle spalle lo stesso passato... e poi si scopre che Miranda è G.I. Jane, che Ezio ha 27 anni e una figlia in Perù, che Lillian ha 31 anni e vive con il figlio di 10... insomma, la "bubble" del mondo del college si allarga ad includere il mondo reale. Bello e doveroso, certo, ma al contempo un po' destabilizzante.
Una parvenza di stabilità si trova allora nella routine (su cui sto lavorando... con calma!) e nel proprio piccolo mondo quotidiano - che nel caso del mio dipartimento è decisamente piccolo! Giovedì scorso abbiamo indetto una riunione per discutere di alcune faccende interne, eravamo in nove in tutto... le dinamiche non mi sono ancora del tutto chiare (e sicuramente in occasione della riunione è uscito il peggio), ma pian piano comincerò a capire che ruolo occupo in questo microcosmo. Nel frattempo cerco di socializzare con le singole persone; a parte ovviamente Elena, con cui la convivenza procede bene, in questi giorni ho passato abbastanza tempo con Erica, che fortunatamente vive a tre case di distanza da noi - insieme per altro a Stephen e Cristina. Se non altro il Caso ci ha dato una mano stavolta, prevedo numerose serate Medwayane durante il gelido inverno! Poi stasera Cristina mi ha fatto tornare la voglia di iscrivermi a NetFlix - 20 dollari al mese per noleggiare per posta (tempi rapidissimi) film ad libitum, a blocchi di tre. Lei aveva preso "San Michele aveva un gallo" e due film francesi... direi che prevedo anche numerose cineserate!! Meno male, avevo giusto bisogno di qualche movie buddy e Antonella non è ancora rientrata!
Insomma, le cose piano piano sembrano prendere la piega giusta, e in effetti oggi sono più ottimista del solito... perchè allora questo titolo? Beh... questo inizio di dottorato è stato caratterizzato da sbalzi d'umore repentini e totali che non avevo mai avuto in tutta la mia vita, nonostante la mia ipersensibilità dichiarata mi porti spesso a risentire fortemente degli elementi negativi e a trarre grandi gioie anche da minimi particolari positivi. Stavolta è diverso, forse perchè per tanti motivi sto vivendo tutta questa faccenda in modo esageratamente amplificato. Fatto sta che in questo primo periodo sono stata piuttosto male nel profondo del mio piùomenoconscio, come sa chi ha avuto modo di parlarmi a voce (e ne approfitto per ringraziare chi mi ha sopportata, soprattutto Elena... era decisamente il momento peggiore per iniziare una convivenza con me!); e anche se cerco di vedere i lati positivi e darmi il tempo di ambientarmi e di riflettere, continuo ad avere una grandissima nostalgia del mio mondo bolognese e la pesante sensazione di non aver preso la decisione giusta. Ma andrò avanti per un po', cercando di godermi i lati belli (e ce ne sono, indubbiamente: non ero mai stata pagata per studiare! Devo ammettere che il primo stipendio mi ha fatto un certo effetto, ed era anche un numero davvero carino, Mauri!) e soprattutto di capire se questa può essere la mia strada. E poi, quando sarà il momento di fare il bilancio, per la prima volta nella mia vita prenderò una posizione definita. Cinque anni, in particolare a quest'età, non sono uno scherzo - soprattutto se non si sa se lo sbocco finale è quello giusto. Ma quest'anno, come dice la Jo, "ricomincio da me". Da quello che sono e da quello che voglio dalla vita. Non è sempre facile scoprirlo, nè tantomeno mettere in moto gli ingranaggi per ottenerlo. Ma ci provo, perchè di vita ce n'è una sola e perchè sono stufa di fare "quel che è giusto" o che mi sembra tale. E' ora di prendere le redini e di capire che, anche se mi sento sempre travolta dagli eventi, in fondo le scelte spettano a me.

"It's my life
And it's now or never
I ain't gonna live forever
I just want to live while I'm alive..."

Bon Jovi, "It's My Life"

Ciò non vuol dire che debba prendere decisioni avventate, anche se in queste settimane sarei già saltata sull'aereo mille volte. Cercherò di tener duro, aspetterò ancora un po', non perchè "sia giusto" ma perchè lo devo a me stessa. E se nel frattempo tentennerò di fronte ad ostacoli che mi paiono insormontabili, cercherò di dare ancora una volta credito al buon vecchio Virgilio:

"Non ti curar di lor, ma guarda e passa..."

Allie

1 commento:

Pluto ha detto...

anke io finalmente sono arrivato negli states :)