domenica, maggio 16, 2010

We Are Golden

Mi ripeto sempre che dovrei imparare a vivere nel presente. Non è esatto, in realtà: dovrei imparare imparare a capire come percepirò il mio futuro una volta che sarà diventato passato. Dedico (spreco) un sacco di tempo a valutare i pro e i contro di ogni minima scelta, ma sono incapace di vedere "the big picture". Se ci fossi riuscita al momento della prima grande Decisione Per La Vita avrei capito che molte delle cose che ho inseguito in giro per il mondo potevo trovarle iscrivendomi alla SSLMIT subito dopo il liceo. Molte volte ho dichiarato che anche tornando indietro nel tempo avrei rifatto le stesse scelte accademiche, cosa che in buona parte resta vera: volevo studiare letteratura, ho seguito corsi fondamentali, incontrato docenti veramente validi e avuto occasioni importanti di crescita come gli scambi all'estero. Epppperò. Sarà che scrivo dopo la bellissima festa per il ventennale SSLMIT, ma ci sono molte cose del polo forlivese che mi avrebbero cambiato la vita. Probabilmente sarebbe stata una dura lotta coi livelli di stress che ho potuto notare nelle amiche sslmitiane e sicuramente vivere a Bologna ha avuto i suoi vantaggi, però la neoventenne Scuola Interpreti presenta alcune caratteristiche che mi sono mancate in tutti gli anni in via Cartoleria. A parte l'ottimo corpo docenti e la qualità delle risorse, la vera rivoluzione è che la gente alla SSLMIT ci crede. Crede in quello che fa, crede nell'imparare davvero le lingue, nel viverle fino in fondo, nel costruircisi un futuro, nel partecipare attivamente e nello sviluppare un senso critico e una capacità organizzativa difficili da trovare altrove. Prende sul serio gli impegni accademici, studia davvero (la biblioteca è aperta e frequentata fino alle 22), organizza study meeting e approfitta delle opportunità di apprendimento extra. Ma sa anche prendersi in giro con un'autoironia mai scontata, sa che dovrà ingegnarsi per far fronte all'immancabile "perplessità" (cit.) post-lauream. Naturalmente non posso generalizzare, nè negare di aver incontrato persone importanti anche nel labirinto di Lingue. Posso però dire che il master, per quanto breve, mi ha aperto un mondo di discussioni sugli argomenti che amo di più. lingue, cinema e letteratura, ma soprattutto mi ha regalato amicizie che sanno ridarmi speranza anche quando mi sento fuori dal mondo. You know who you are. Ora stiamo a vedere come si configura il dottorato: manca la dimensione di quasi-convivenza, ma che bello avere colleghi simpatici e potermi finalmente dedicare al tipo di ricerca che mi interessa davvero. E pensare che posso essere linguisticamente Hermionesque finchè mi pare e cercare di trasformare davvero le mie passioni nel sogno di una professione. "No giving up when you’re young and you want some".

Allie