Da qualche parte bisognava pure iniziare a tentar di chiudere almeno questo semestre, ora che grazie al cielo ho finito le lezioni e posso concentrarmi sui lavori finali... e visto che continuavo ad oscillare da una materia all'altra, ho pensato bene di cominciare da qualcosa che mi piace davvero, ed eccomi qui a tentare di tradurre poesie... peccato che mi tocchi lavorare VERSO l'inglese! Impresa non da poco, soprattutto perc
hè continuo a gravitare intorno a componimenti che per un motivo o per l'altro risultano quasi intraducibili, vuoi perchè la componente fonetica è troppo importante per sacrificarla sull'altare semantico, vuoi perchè la sintassi irregolare si scontra con quella lingua così rigidamente SVO che è l'inglese, vuoi perchè mi sono rituffata nel mondo ungarettiano, e quando un verso consta di una o due parole le scelti lessicali si fanno davvero ardue. A ogni modo ne sto approfittando per esplorare anche autori che non conoscevo; nello specifico sono capitata fra alcuni versi di Rebora decisamente adatti alla dimensione notturna:
Leggiadro vien nell’onda della sera
Un solitario pàlpito di stella:
A poco a poco una nube leggera
Le chiude sorridendo la pupilla;
E mentre passa con veli e con piume,
Nel grande azzurro tremule faville
Nascono a sciami, nascono a ghirlande,
Son nate in cento, sono nate in mille:
Ma più io non ti vedo, stella mia.
In effetti ultimamente la mia stella polare si è un po' offuscata... chissà, forse è proprio ora di allontanarsi dallo scintillio notturno dei cieli americani per ritrovare la rotta. Ma ci sto lavorando, e a breve il mio sestante sarà di nuovo in funzione...
Elaine Marley
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