Have you lost your sense of sustainability?
We are just a step away
From realizing what we strive to be
But weve got to break out
From this insulated, blind and lame senility
Wake up the new america wo-oh!
Transcend the mass hysteria wo-oh!
Change is the thing youre wary of wo-oh!
We need a new america wo-oh!
Laurels, human triumph
Bestowments from the past
Victories dont mean a thing
If they dont last
We are just marching toward extinction
With blinders on our eyes
Jeopardizing everything
Weve learned and come to realize
You call that wise?
Open your eyes america wo-oh!
See through the lies they tell to us wo-oh!
Confront the fears that worry us wo-oh!
We need a new america wo-oh!
We dont have to be afraid to re-invent
Weve got to start to build
Progress and implement"
Bad Religion, "New America"

Chissà se sarà la volta buona. Naturalmente non ci si aspetta un cambiamento radicale e istantaneo - l'America, per quanto finga di ignorarlo, ha una quantità di problemi e contraddizioni al suo interno e nei rapporti esteri che non basterebbe una bacchetta magica per dipanare la matassa. Però intanto, come sperava il mio amico Justin (e, a quanto pare, molti altri con lui e con me) ieri e oggi "quando abbiamo aperto gli occhi il mondo era diventato un posto lievemente migliore". Sic fuit: dimissioni di Rumsfeld, debacle presidenziale, conquista del seggio decisivo in Virginia per avere la maggioranza democratica sia alla Camera che al Senato. E se Boston pareva più interessata alle elezione del governatore dello stato (soprendente la quantità di cartelloni in favore del neonominato Deval Patrick che la gente ha esposto nel proprio front yard nei paesini in provincia come Newton), il motivo era semplicemente che il Massachusetts era considerato "safe democratic state": ora che le elezioni sono concluse l'entusiasmo si fa sentire anche fra i New Englanders più vicini alle loro origini puritane. Staremo a vedere che cosa succederà, intanto "Double U" si dichiara aperto ai suggerimenti dei democratici sulla questione irachena. La strada è lunga, ma bisogna pur cominciare da qualche parte. Mi piacerebbe fare un giro nel midwest o nel middle of nowhere degli stati centrali e sentire che ne pensano da quelle parti, perchè in fondo sono sempre stata in luoghi tradizionalmente democratici



Comunque se non altro sono anche riuscita ad incontrare Mattia, ex linguista che ora fa un dottorato in Italian Studies; in più per caso ho anche incontrato Chris, un ragazzo che avevo conosciuto l'anno scorso all'aperitivo del Centro Studi California a Bologna! Pazzesco! (Foto a destra) Altra nota esilarante della giornata: ognuna delle persone con cui abbiamo parlato ci ha proposto di andare a bere o mangiare qualcosa... così siamo finiti tre volte nello stesso bar e due nello stesso diner!
Prossima tappa: Providence, per visitare Brown (che promette molto meglio) e per aggiungere il Rhode Island alla lista degli States che ho visitato! :-)
Intanto sabato scorso sono andata alla presentazione di Emerson College, qui a Boston: decisamente interessante!! Lì farò domanda senz'altro, poi penso che lascerò che il destino decida per me perchè francamente il mio cervello è sov

Fortuna che a portarmi una ventata di freschezza la settimana scorsa è venuta la MONNY!!! Yay! La mia prima visita dall'Italia... ok, è stata qui solo un giorno perchè prima era a New York, però sono stata troppo contenta! Lei e il suo ragazzo Enrico (Monny: seal of approval ga


Per il resto poche news, sono stata a due career fairs con scarsi risulta



Bene, tempo di chiudere su questa perla di saggezza e andare a recuperare le lenzuola e il resto dall'asciugatrice...
Allie
PS: Dimenticavo il consueto appuntamento cinematografico: domenica scorsa, dopo una cena-raduno di italiani all'estero, io e Stefano abbiamo raggiunto Ruchir, Stan e altri per andare a vedere "Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan" al cinema di Harvard Square. L'eponimo protagonista è un personaggio del comico inglese Sacha Baron Cohen, meglio noto (?) come Ali G. Nel film Borat, personaggio televisivo "di spicco" di un Kazakistan volutamente rurale, incestuoso e arretrato, viene inviato in America per girare un documentario da cui la sua nazione possa trarre insegnamento. Naturalmente le usanze "particolari" di Borat e del suo compare, la loro promiscuità e la loro scarsa dimestichezza con il bon-ton forniscono le basi per la stragrande maggioranza delle gag, che sono sì divertenti, ma a mio parere nettamente abusate. Ovviamente molte uniscono una comicità decisamente slapstick alla dimensione corporea, con risultati esilaranti ma che alla lunga stufano (anche se le risate del pubblico in sala sono rimaste costanti per tutta la durata del film). Nota positiva: le riflessioni indirette sull'estremismo della "greatest country in the world" - gli unici che si trovano d'accordo con Borat sono dei frat boys completamente wasted e sciovinisti che gli danno un passaggio durante il loro road trip, nonchè i membri di una congregazione fondamentalista (la sequenza sulla glossolalia è identica a quella di alcuni filmati che ci hanno mostrato al corso di antropologia a Penn!). Giudizio finale medio, non tanto perchè il film sia politically incorrect (un po' di bad humor ogni tanto piace, purchè fatto bene!), quanto perchè sinceramente l'ho trovato sopravvalutato e in parte ripetitivo. A vous le choix.
2 commenti:
wow ti piace scrivere ! i tuoi post sono immensi! :-)
Solo un commento veloce veloce sulle elezioni: bisogna ammettere che la riconferma di Schwarzy ha riscaldato i cuori di tutti noi!
Up Governator!
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