mercoledì, gennaio 28, 2009

No Woman (No Cry?)

La cine-scelta di inizio settimana questa volta è ricaduta su Yes Man. I film con Jim Carrey tendono a piacermi, per quanto non apprezzi totalmente i picchi stilleriani della recitazione di questo attore che per altro ha dato prova più e più volte del suo talento espressivo (tanto per fare un esempio scontato, Eternal Sunshine of the Spotless Mind, di cui mi rifiuto di citare il titolo italiano). La pellicola in sè si è rivelata pienamente al pari delle aspettative, forse anche lievemente al di sopra. Ricetta poco originale, certo, ma altrettanto fruibile, condita con un umorismo piuttosto genuino e soprattutto con la ciliegina sulla torta dell'annullamento delle inibizioni di ogni spettatore. Non in senso stretto, intendiamoci. Niente pile di vestiti smessi ai lati della sala. Ma credo che l'appeal del film stia anche nel fatto che in fondo ognuno di noi sogna un Motivo Superiore che funga da linea guida in ogni minima decisione. Vi siete mai imposti una regola, anche assolutamente aleatoria, in base a cui costruire le azioni successive? Basta anche un semplice dado: "Pari = risposta 1, dispari = risposta 2" (frase pronunciata dalla sottoscritta non più di una settimana fa e suggello di una clamorosa botta di cul...tura a Trivial Pursuit). Se avete visto questo film, o anche solo il trailer, probabilmente anche voi avrete accarezzato l'idea di affidarvi completamente ad un'imposizione esterna (che in questo caso consiste nel dire di sì a qualsiasi cosa, ma potrebbe essere ogni altra guideline). Io ho permesso volentieri che la mia mente corresse a tutte le opportunità che mi si presentano giorno dopo giorno e di cui magari non mi accorgo nemmeno. Ho pensato a dove mi hanno portata tutte le piccole e grandi occasioni che ho saputo cogliere e a dove sarei finita se avessi invertito qualcuno dei miei ormai beneamati ON/OFF. E naturalmente ho pensato che sarebbe bello provare la yes-philosophy, almeno per qualche tempo, anche se dubito che sarei in grado di aderivi completamente. Oggi però ho avuto l'illuminazione: più che a dire di sì, dovrei imparare a dire di no. Dopo l'ennesima richiesta d'aiuto, giunta per altro da una persona quasi estranea, mi sono ritrovata a pensare che la mia bilancia etica pende un po' troppo dal lato dei problemi degli altri che mi prendo a cuore - sarà che l'altro piatto, a prescindere da alcune persone meravigliose e da alcuni gesti speciali per cui sono davvero grata, è alleggerito dallo scarso peso morale dell'indifferenza, dell'opportunismo e della scortesia (vedetela come volete, ma non degnarsi nemmeno di dare un segno di vita a qualcuno che si sbatte per farvi un favore a casa mia è scortesia bella e buona).
Non ho intenzione di smettere di prendermi a cuore le questioni altrui, tantomeno quando mi viene richiesto e quando capisco che chi lo chiede ne ha davvero bisogno. Probabilmente non sarei nemmeno in grado di farlo. Vorrei però cercare di accostare al mio proposito di "positività" (chi di dovere saprà comprendere) anche un auto-monito di "anti-giocondite". Customer care specialist in orario d'ufficio, sì, ma non di default. Indi per cui: vi aiuterò volentieri per questioni linguistiche, ma non sono un dizionario; vi fornirò informazioni se ne sono provvista, ma non sono le Pagine Gialle, il sito delle FS e tantomeno Google (con lo stesso sforzo impiegato per scrivermi la domanda per e-mail avreste già potuto ottenere migliaia di risposte); ma soprattutto confido in un progressivo sbiadirsi della scritta "gioconda" sulla mia fronte. Se non altro nei casi di empatia decisamente malriposta.

Allie

domenica, gennaio 04, 2009

Oh, the Places You'll Go!

Un 2008 chiusosi nel rispetto del fil rouge degli ultimi suoi mesi, fra nausea, mal di denti e gelo, rischiava di stroncare sul nascere le mie aspettative di miglioramento. Invece devo ricredermi: il periodo in ascesa, già preannunciato dal prologo della bella mini-vacanza in Trentino (che mi ha permesso fra l'altro di rivedere finalmente Francesca L.), sembra davvero essere arrivato. Innanzitutto un Capodanno (nel senso di primo di gennaio) nettamente migliore del giorno precedente: relax in un delizioso bed & breakfast fananese, neve a volontà (che sarà anche gelida e scomoda, ma mi riempie sempre di gioia, nonostante io non scii e anzi patisca il freddo anche con sei strati di vestiti addosso), una bella giornata in compagnia di persone care. Poi un rientro positivo, la gioia di ritrovare altri amici che non vedevo da tempo, il piacere di immergermi in un bel libro (fase Ian McEwan), la soddisfazione di riuscire in un'impresa culinaria che molti ritengono decisamente kompliziert. Una cosa insignificante a prima vista, ma concettualmente importante per la sottoscritta - azionare l'interruttore del "Chi l'ha detto che non posso riuscirci" è sempre un'iniezione di self-confidence. E soprattutto anche un traguardo importante, che devo ancora riuscire a concepire del tutto... ma va bene così, non voglio nemmeno rendermene conto completamente, voglio solo ringraziare chi mi permette di provare questa indescrivibile sensazione e di accumulare energie per il nuovo percorso che sto per cominciare, ma soprattutto di sentirmi di nuovo in grado di scuotermi di dosso il periodo di stasi e ricominciare ad avanzare, passo dopo passo...

Allie